Chiamatela serie B e non A2, quella del 2006-'07 fu irripetibile e i pronostici di inizio stagione non furono smentiti. Tanti parlano di serie A ma l'ultimo turno ha riportato alla dura realtà

FROSINONE ANCORA SENZA MEZZE MISURE MA LE POTENZIALITA’ CI SONO

Nel percorso di crescita di un organico ampiamente rinnovato è importante non perdere mai di vista l'umiltà. E le parole del presodente Stirpe: "Non dobbiamo diminuire il livello delle ambizioni ma ottenerle secondo una pianificazione corretta"
 In Il Punto

Umiltà, quella parola sconosciuta. “Vogliamo la serie A” è la frase più inflazionata di questi primi mesi di serie B. Rimbalza da tante piazze della serie B, più o meno blasonate. Alimenta la naturale passione dei tifosi ma a volte li illude, dà forza ai titoli dei giornali poi costretti alle giravolte spaziali. Umiltà, quella parola sconosciuta nel calcio. Il Frosinone ha fatto chiarezza ancora una volta in largo anticipo: “Partiamo per salvarci, conta come si raggiungono certi risultati. Non dobbiamo diminuire il livello delle ambizioni ma ottenerle secondo una pianificazione corretta” disse il presidente Maurizio Stirpe in tempi non sospetti. Qualcuno aveva storto la bocca. Poi c’è stato un mercato importante che ha segnato anche la discontinuità e l’avvio del processo di normalizzazione finanziaria del Club. Quindi la partenza del campionato, una squadra che gioca sempre un bel calcio ma che non conosce mezzi termini perché vince o perde e deve trovare rapidamente un punto di caduta. Quella frase è però rimasta un ‘must’ scolpito. La sintesi di quell’intervento fu “salvezza, responsabilità e pazienza”. In definitiva, non possono essere la vittoria col Palermo o la sconfitta di Parma a dire se il Frosinone è o non è da playoff, è o non è da promozione diretta o da centroclassifica. Possono essere invece tutte le partite fin qui giocate a dare una prima dimensione delle potenzialità della squadra giallazzurra. Saranno le successive, fino alla sosta, a dettare il ‘timing’ di quelle potenzialità. Tutte importanti da mandare a regime nei reparti. Grosso ha un organico intercambiabile, paradossalmente si può arrivare a dire che, a parte qualche giovane esirdiente, quasi nessuno può essere considerato alternativa dell’altro. Bisogna dare il tempo necessario al motore di completare il rodaggio.

MAI DIRE GATTO … – L’ultima giornata di campionato è stata l’esempio di come la serie B sia un terreno minato, da affrontare con tutte le cautele. E che il valore reale lo esprime sempre il campo e non le figurine dei calciatori. Qualche esempio: due formazioni di vertice perdono (il Brescia deragliando addirittura a Bari), un Como disegnato in avvio stagione con le stimmate del predestinato (la proprietà più ricca del mondo del calcio italiano) è ultimo in classifica nonostante l’arrivo di Longo, il Perugia ha cambiato allenatore (Baldini: “Sono qui per andare in A sennò andavo in montagna con i miei cani” la sua prima dichiarazione, tanto per cambiare) e dopo 6 giornate perde in casa col Pisa dove il D’Angelo-bis (che ha rilevato Maran) pare che funzioni, il Palermo con la targa-City sventolata da mesi scivola in zona playout, il Benevento ha chiamato Cannavaro al capezzale al posto di Caserta ma non va oltre il pareggio interno, il Cagliari ha il terzo organico della B prende 4 gol in casa dal Venezia che un attimo prima ballava nei bassifondi. I conti si fanno alla fine, come sempre. E come sempre il campionato di serie B si deciderà tra marzo e maggio. Da qui a dire che questa serie B è una A2 appena seconda a quella del 2006-’07, ce ne corre e tanto. In quel campionato c’era una Juventus che nonostante la penalizzazione ammazzò la stagione, poi arrivarono a dama Napoli e Genoa nel pieno rispetto del pronostico iniziale. In quel campionato si giocava un calcio diverso, sicuramente con meno esasperazione.

IL FILM DELL’ULTIMA GIORNATA – Il Bari sale in vetta, l’ultima volta che capitò ai ‘galletti’ fu 5 anni fa. E lo fa mettendo all’angolo il Brescia per 90’, lasciando alle Rondinelle le briciole di 2 gol nel recupero giusto per non chiudere il set a zero. Lombardi cloroformizzati e patron Cellino certe cose non le manda giù tanto facilmente. Ha dichiarato che Clotet per paura ha attaccato ed ha fatto peggio. Famiglia De Laurentiis invece alle stelle, Napoli primo in A e Bari primo in B. Non festeggia la Reggina che inchioda a Modena che arrivava da tre ko di fila. Decide Diaw ma Inzaghi è convinto che la sua squadra andrà lontano. Troppo Genoa per la Spal, al ‘Mazza’ la rasoiata di Coda nel primo tempo e nel finale il gol di Gudmundssonn con la partecipazione della difesa di casa mandano i grifoni a -1 dalla vetta. Sale anche la Ternana, alla terza vittoria di fila con il successo in casa del Cittadella. Gol di Palumbo e Coulibaly per la formazione di Lucarelli, il presidente Bandecchi ci tiene ad abbassare i toni trionfalistici e blinda la squadra dagli entusiasmi della piazza.

Il Palermo, reduce dalla vacanza-studio a casa City, non ha fatto bene i compiti a casa e perde ancora, stavolta con la matricola Sudtirol che sbanca La Favorita. Pesa una papera del portiere Pigliacelli che crede troppo nella capacità di giocare con i piedi, rinvia sui piedi di Odogwu e incassa il gol della sconfitta per i rosanero. Brunori non fa gol, gli altri nemmeno, ci si mettono anche i legni della porta di Poluzzi a dire di no ma Corini deve trovare rapidamente una sintesi differente perché Oltremanica non aspettano troppo. Bisoli ha portato tranquillità agli altoatesini e quell’esperienza che serve. Bisognerà vedere alla lunga.

In coda il Como non si cala con i big nel ruolo da battaglia (Fabregas predica nel deserto, Cutrone e Mancuso sono ombre, Cerri entra in corsa ma non incide), gioca ancora troppo di fino e perde 3-1 in casa di un Cosenza ‘arrabbiato’ su ogni pallone. (Ri)esordio positivo per D’Angelo con il Pisa, esordio da dimenticare per Baldini alla guida del Perugia. Tre a uno dei toscani al ‘Curi’, difesa umbra molto rivedibile e attacco solo Di Carmine-dipendente. Nel Pisa, con la difesa registrata, pesa ancora Gliozzi (doppietta). Mancosu illude il Cagliari che poi ne prende 4 nella maniera peggiore dal Venezia in casa, in 33’ della ripresa. Liverani (che si autocensura “cambierei non solo i giocatori ma anche l’allenatore”) traballa, si parla di Diego Lopez, Javorcic gongola dopo essere stato in… ‘gondola’ per 6 giornate. Infine il posticipo del Benevento con l’Ascoli si chiude 1-1. Cannavaro voleva andare all’attacco ma ha dovuto rivoluzionare la squadra tra primo e secondo tempo per agguantare il pareggio. Umiltà, non guasta mai nel campo minato della serie B.

Giovanni Lanzi

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