Sono bastati 5 punti ottenuti in tre partite con squadre che arrivavano da percorsi netti importanti a far alzare qualche critica sui giallazzurri. Ma la squadra di Grosso esprime sempre il miglior calcio della B, certificato dai numeri

IL FROSINONE PRIMO IN CLASSIFICA, PER TANTI E’ UN OSTACOLO VERO

Nel trittico Sudtirol-Reggina-Pisa concesso un tiro e mezzo agli avversari. La porta di Turati ha collezionato il 10% delle 104 gare a reti inviolate tra i Cadetti. Assorbite alla meglio sia tatticamente che tecnicamente le assenze di Kone e Lucioni. E tanto altro...
 In Il Punto

Calma e nervi saldi. Laddove non arrivano con i risultati sul campo, cercano di minare con manovre diversive quelle che per ora sono certezze certificate. Il Frosinone è sempre saldamente lassù, in testa alla classifica, con un margine che non è abissale ma importante dopo 17 giornate. Un Frosinone imbattuto da 10 giornate, che esprime sempre il miglior calcio della serie B, anche se gli addetti ai lavori non si sono fatti pregare dopo il pari casalingo preferendo accendere le luci della ribalta su altri palcoscenici o puntare su obiettivi mancati dalla squadra di Grosso. Si è scritto in giro del ‘titolo d’inverno sfumato’ quando potrebbe essere solo rinviato o di ‘Frosinone fermato’ quando invece ha solo rallentato una corsa bella, folle quanto entusiasmante. A tal proposito dicevano i latini: Rem tene, verba sequentur (traduzione letterale: conosci l’argomento e le parole seguiranno da sole). Un Frosinone capace di creare occasioni e poi saper soffrire di fronte al ritorno di fiamma di un avversario di grande qualità come il Pisa di domenica sera al ‘Benito Stirpe’. Un Frosinone compatto, che lavora di squadra, che nelle ultime 3 partite ha concesso 1 tiro e mezzo totale agli avversari: il gol incassato a Bolzano e il calcio d’angolo mefistofelico di Morutan del Pisa sul quale Turati è stato superlativo. Un Frosinone che ha ottenuto il decimo ‘clean sheet’ stagionale su 17 gare, il 10% delle 104 reti inviolate di tutta la serie B. Un Frosinone che, tra le altre cose, ha trovato senza scossoni l’antidoto giusto anche a due assenze pesanti come possono essere quelle di Kone, prima e Lucioni subito dopo. Con la loro mancanza non si trattava solo di cambiare due pedine con altre due in maniera semplicemente aritmetica ma anche un modo di ragionare in campo e di trovare nuovi punti di riferimento tattici e tecnici. Il Frosinone di Grosso lo ha fatto finora. E bene. Nei 7 giorni in cui il calendario partorito in agosto ha fatto le ‘bizze’, portando i giallazzurri prima a Bolzano, 3 giorni dopo a Reggio Calabria e infine in casa col Pisa, Mulattieri & soci hanno ottenuto 5 punti, il terzo miglior punteggio tra le prime 8 in classifica. I numeri che certificano che il Frosinone ha cercato la vittoria attraverso la manovra sono 4: 668 tocchi (contro i 521 del Pisa), 498 passaggi totali (339), 397 passaggi riusciti (249) e 11 contrasti vinti (7). Ai quali si sommano i tiri nello specchio (2) contro nessuno del Pisa. Ecco, l’unico aspetto nel quale il Frosinone può solo migliorare è un maggior cinismo sottorete, soprattutto in quelle partite nelle quali l’avversario concede il minimo sindacale.

L’IMPORTANZA DI CHI SUBENTRA – Bilancio: un pari nella tana del Sudtirol che non perdeva da 11 giornate, una vittoria netta sul campo della Reggina diretta avversaria e poi un pareggio interno con il Pisa che arrivava da 20 punti in 10 partite contro i 23 del Frosinone in 9 giornate. Un trittico che per la truppa di Grosso è valso come uno stress test. A voler cercare il classico pelo nell’uovo si può dire che lo strappo finale chiesto da Grosso non è arrivato completamente dagli avvicendamenti in corsa. Le mosse di Oyono, Frabotta e Ciervo erano ben ragionate e funzionali alla presenza di Moro in area. Ma è mancata quella spinta decisiva nella fase cruciale della gara. Sempre di più nel calcio moderno delle cinque sostituzioni hanno un peso specifico i giocatori che subentrano. Il gran finale di girone d’andata si chiama Genoa domenica sera a Marassi e Ternana in casa nel match nel boxing-day. Doppio esame per il Frosinone che a 36 punti è a -4 da quanto seppe fare il Benevento dei record nella stagione 2019-’20 alla stessa giornata. Ma esame anche per le avversarie che di fronte avranno la capolista.

LE ALTRE – Si spacchetta la pattuglia di inseguitrici del Frosinone con il Bari (7 punti nelle ultime 3) che, rifilando 4 gol ad un disattento Modena, sale al terzo posto in solitario a quota 29. I biancorossi liquidano la pratica nel primo tempo e nel secondo, anche se in 10 per l’espulsione di Maiello, ne fanno altri due. Il 4-0 è addirittura un coast-to-coast di Di Cesare che non è certo un contropiedista, difesa del Modena aperta come il burro. Si salva il Genoa (4 punti in 3 gare) al ‘De Duca’ di Ascoli, marchigiani incredibili nel giro di 25 secondi: palo di Dionisi, salvataggio di Sabelli sul tiro a botta sicura di Gondo e gol fallito da Collocolo a meno di 50 centimetri dalla porta spalancata, in posizione centrale. Grifoni adesso quarti, a -9 dal Frosinone che riceveranno domenica sera alle ore 20.30 a Marassi con Gilardino che annuncia sfraceli.

La Reggina (6 punti nelle ultime 3) vince 1-0 a Como ma i lariani debbono recriminare per almeno 3 gol falliti, di cui quello di Mancuso da ‘Mai dire gol’ della Gialappa’s. Il gol partita dei calabresi arriva su rigore molto dubbio concesso per un fallo di mano di Bellemo: mano attaccata al corpo, si muove dopo l’impatto col pallone. Realizza Hernani. Como nei guai, Reggina seconda a -4 dal Frosinone.

La Ternana (4 punti in 3 gare) va a prendersi un punto nel gelo presiberiano di Bolzano, uno 0-0 che alla fine mette tutti d’accordo. Andreazzoli vede passi in avanti, Bisoli rimane dalla parte sinistra della classifica. Dove non c’è ancora il Benevento che batte 1-0 il Cittadella grazie ad una rete di Tello ma viene salvato dall’imprecisione degli attaccanti e dalle parate del secondo portiere Manfredini, entrato in corsa al posto di Paleari. I sanniti sono a 21 punti, a braccetto col Modena. Dalla parte destra della classifica cerca di uscire anche il Cagliari, contestatissimo il tecnico Liverani nonostante il 3-2 col cuore in gola ad un Perugia che paga un errore madornale del portiere Gori sul gol-partita di Pavoletti. Sardi a quota 22 ma il Cittadella che l’ultimo scoglio playout è a 19, umbri sempre ultimi a 13 punti, a -7 dalla salvezza. Incredibile la metamorfosi dei biancorossi: sei mesi fa nei playoff, oggi nei guai. Ai margini della zona minata c’è il Palermo che nella sfida della paura a Ferrara blocca la squadra di De Rossi sul pareggio 1-1: gol di Meccariello e tiro da biliardo di Brunori che firma il suo ottavo gol stagionale, la metà di quelli segnati dai rosanero. Il cambio di panchina nel Venezia funziona: 4 partite e 10 punti con Vanoli in panchina dopo il 2-0 al Cosenza che si è visto annullare il gol del provvisorio pareggio firmato da Nasti. Infine il posticipo del lunedi ha visto il Parma (4 punti nel mini-ciclo) caricato sulle spalle di Man e Vazquez sbancare nella nebbia Brescia (0-2). Si è scritto di crisi tra Cellino e Clotet. Sarebbe il 14.esimo avvicendamento in panchina, 15.esimo se venissero considerate anche le dimissioni di Baldini a Palermo. Troppo per un Calcio che non naviga nell’oro.

Giovanni Lanzi

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