LA CORAZZATA INTERNAZIONALE
Diciannove scudetti, 9 Coppe Italia e 7 Supercoppe italiane (comprese le ultime due), 2 Coppe dei Campioni, 1 Champions League, 3 Coppe Uefa, 2 Coppe Intercontinentale e per gradire anche 1 Coppa del mondo per società. L’Inter, vale a dire un pezzo importante della storia del calcio italiano. Domenica sera il Frosinone sale a Milano per sfidare i neroazzurri di Simone Inzaghi, reduci della vittoria di Champions sul campo del Salisburgo che ha permesso a Sommer & soci di staccare il pass per gli ottavi di finale. Al cospetto di una vera e propria corazzata, serata d’onore per i canarini di Di Francesco che non hanno nessuna intenzione di partecipare alla festa neroazzurra e che vorranno invece continuare a recitare il ruolo di squadra brillante e sempre imprevedibile.
Il mercato neroazzurro è stato improntato ad un’attenta rivisitazione. Squadra meno ‘pesante’ sotto il profilo contrattuale, più giovane e di prospettiva. Il duo Marotta-Ausilio ha soppesato il possibile in entrata, mantenendo però una base importante.
Tante le cessioni importanti ma comunque programmate, tanti prestiti, qualche svincolo eccellente ma uno solo l’addio che ha avuto tutto il sapore dello strappo. Partiamo dalle cessioni che erano scritte nella strategia di mercato: Brozovic (Al Nassr), il portiere Onana (Manchester United), i terzini Bellanova (Torino, via Cagliari), Pirola (Salernitana) e Gosens (Union Berlino), il centrocampista Fabbian (Bologna), l’esterno Lazaro (Torino) e gli attaccanti Colidio (River), Pinamonti (riscattato dal Sassuolo) e Mulattieri, ex Frosinone, (Sassuolo). Ed eccoci agli svincolati che hanno lasciato la maglia neroazzurra: il primo della lista è senza dubbio l’attaccante Dzeko (Fenerbhace) seguito a ruota dal difensore centrale Skriniar (Psg), quindi il portiere Handanovic, i terzini D’Ambrosio (Monza) e Dalbert, il centrocampista Gagliardini (Monza). Tra i prestiti passati altrove spiccano quello dei centrocampisti ‘Tucu’ Correa (Marsiglia) e Vanheudsen (Az Alkhmar), degli attaccanti Satriano (Brest), Francesco Pio Esposito (Spezia), Oristanio (Cagliari) e V. Carboni (Monza), dei portieri F. Stankovic (Sampdoria) e Brazao (Ternana). E poi l’addio dal sapore amaro, lo strappo che ha lasciato strascichi nei rapporti prima ancora che per l’aspetto puramente tecnico, quello dell’attaccante Lukaku, rientrato al Chelsea, accostato alla Juventus e finito nelle ultime ore di mercato alla Roma.
Quanto alle pennellate in entrata si passa dai portieri Sommer (nazionale svizzero, dal Bayern) e Audero (Sampdoria), ai ritorni degli attaccanti Arnautovic (Bologna) e Sanchez (Marsiglia) passando per il compagno di reparto Thuram (Borussia M.), i centrocampisti Frattesi (Sassuolo) e Klassen (Ajax), i terzini Carlos Augusto (Monza), Bisseck (Aarhus), Pavard (Bayern) e Cuadrado (Juventus). Oltre ai ritorni di Sensi (era al Monza) e di Agoumé
L’ossatura dell’Inter delle ultime due-tre stagioni è rimasta inattaccabile. Parliamo di dei difensori centrali De Vrij, Acerbi e Bastoni; dei terzini-cursori Di Marco, Darmian e Dumfries; dei centrocampisti Barella, Asllani, Calhanoglu, Mkhitaryan; del bomber Lautaro Martinez, campione del mondo in carica con la maglia dell’Argentina.
Dopo l’ampio turn over attuato a Salisburgo, domenica contro il Frosinone torneranno i titolarissimi senza però Pavard (più Bastoni che Bisseck per la sostituzione) e con il dubbio Dumfries (Darmian in preallarme anche se ha giocato tutta la partita in Champions).
Giovanni Lanzi