La sfida di sabato sera al 'Benito Stirpe-Psc Arena' arriva nella settimana dell'addio del tecnico toscano e la promozione del suo vice. Biancocelesti reduci da 4 ko di fila

LA LAZIO DI SARRI RIPARTE DA MARTUSCIELLO

Il ko interno con l'Udinese ha schiuso le porte alla crisi tecnica ma quella di risultati era già tangibile per l'altalenanza in campionato. Out ancora Rovella e Patric, si è aggiunto Provedel. E solo giovedi si saprà se verrà 'riabilitato' Guendouzi
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Il secondo posto al termine della scorsa stagione alle spalle del Napoli e la qualificazione Champions avrebbero dovuto rappresentare un punto di partenza per la Lazio. Che oggi è fuori dall’Europa e si presenta al ‘Benito Stirpe-Psc Arena’ reduce dalla sconfitta di lunedi sera con l’Udinese che ha portato alle dimissioni di Sarri. Lazio in crisi di identità oltre che tecnica e di risultati. In panchina ci sarà il vice di Sarri, Matrusciuello.

In estate, ormai storia, il mercato della Lazio ha ruotato senza dubbio attorno alla partenza di Sergej Milinkovic Savic verso l’Arabia Saudita (Al-Hilal).  Erano così arrivati l’attaccante argentino Castellanos (New York City), i centrocampisti Kamada (Eintracht, svincolato), Rovella (Juventus, via Monza), Guendouzi (Marsiglia), l’attaccante esterno Isaksen (Midtjylland), il terzino sinistro Luca Pellegrini in via definitiva dopo i 6 mesi della scorsa stagione (Juventus) e i portieri Sepe (Salernitana) e Mandas (Ofi Creta). Tante le cessioni dopo quella del serbo.

Nel 4-3-3 senza variazioni sul tema della Lazio di mister Sarri, i punti fermi confermati dell’estate scorsa sono stati Provedel in porta, Marusic e Lazzari oltre a Hysaj sulle corsie basse, Romagnoli, Patric, Casale (a lungo fuori per infortunio) e Gila al centro della difesa; Cataldi, Vecino e Luis Alberto in mezzo al campo; quindi Immobile, Zaccagni, Felipe Anderson e Pedro sul fronte d’attacco.

A gennaio il mercato della Lazio è stato praticamente immobile, nel senso che non ha mosso niente in entrata. In uscita è stato mandato a giocare il centrocampista Basic alla Salernitana. Il patron Lotito e il ds Fabiani hanno scelto la strada del mantenimento del gruppo, strategia che non ha dato i frutti messi in preventivo se è vero che le parole di Sarri dopo l’addio hanno fatto intendere che quel gruppo non lo seguiva più. Aggiungendo: “Vado via io per non far cacciare qualcuno di voi”. Parole come macigni. I risultati soprattutto in campionato non sono mai arrivati. La qualificazione agli ottavi di Champions e alla semifinale di Coppa Italia sono parsi degli episodi che tutto il gruppo non è mai riuscito ad alimentare con la continuità. L’ottavo di finale in casa con il Bayern è stato l’ultimo acuto della Lazio (1-0 con rigore di Immobile), il ritorno alla stregua di un calvario (3-0 per i bavaresi di Tuchel). L’integralismo tattico del tecnico toscano ha prodotto delle crepe insanabili che nemmeno gli errori arbitrali sono riusciti a mascherare.

Per sabato sera a Frosinone, il tecnico Martusciello, proiettato alla ribalta della prima squadra dopo l’ultima volta ad Empoli (toscani retrocessi in B partendo da un +11 a 9 turni dal termine), avrà ancora out Rovella e Patric ai quali si è sommato Provedel. E solo giovedi saprà se poter contare su Guendouzi. Martusciello è ad un bivio: fare una rivoluzione tecnico-tattica in 4 giorni di una squadra che Sarri non ha mai considerato tutta ‘sua’ nelle scelte o ripartire dalla fine nell’idea che solo il cambio dell’allenatore sia in grado di dare una scossa.

Giovanni Lanzi

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