LA RICETTA DI LONGO: “EQUILIBRIO, CONTINUITA’ E PROFILO BASSO”
FROSINONE – Un orologio svizzero. Moreno Longo si presenta alla conferenza stampa fissata a L’Automobile alle 12 in punto.
Mister, a due giorni dalla gara col Cittadella si possono ipotizzare due ballottaggi: Matteo Ciofani-Krajnc, Maiello-Sammarco?
«E’ normale che con la squalifica di Dionisi si apre la necessità ad una diversa soluzione. In settimana sono state valutate varie situazioni. Come ho sempre detto, deve andare in campo chi ha più condizione. Sia psicologica che fisica. E’ quindi fondamentale sostituire Federico con un giocatore che ci deve permettere di non avere poi nel corso della partita un cambio obbligato. E quindi lavoriamo in questa ottica. I ballottaggi? Quelli citati non li prendiamo in considerazione».
Partendo da quello che ha appena dichiarato, allora Maiello e Sammarco potrebbero giocare entrambi? Forse chi è in ritardo di condizione ora è Citro, partendo con lui a gara in corsa potrebbero appunto cambiare quegli equilibri di cui parla?
«Nelle soluzioni che abbiamo provato c’è anche questa. Però ripeto, abbiamo ancora due giorni per preparare bene questa partita e in tal senso Citro, sia dall’inizio che a partita in corsa, può rappresentare un’arma importante ed allo stesso tempo Maiello sta crescendo a livello di condizione. Anche perché era stato fermato da un infortunio che gli ha fatto ritardare 10 giorni nella preparazione. E’ comunque in grande ripresa».
Anche perché Sammarco lei lo ha provato dall’inizio a Cantalice e in diverse amichevoli anche alle spalle di Daniel Ciofani.
«Io credo che se il problema è la coesistenza (tra Maiello e Sammarco, ndr), non sussiste. Perché anche la scorsa stagione spesso e volentieri hanno giocato insieme. E’ normale che per la partita con il Cittadella dovremo fare una scelta proprio in base alla contrapposizione di modulo che avremo di fronte».
A proposito di questo, l’atteggiamento del Frosinone a Vercelli è piaciuto. Magari forse dovevamo essere più cattivi nella fase iniziale. Squadra comunque omogenea. Sarà la stessa cosa anche con il Cittadella visto che giochiamo in casa? Al di là degli interpreti anche se l’assenza di Dionisi è pesante.
«L’atteggiamento che ci ha permesso di vincere vogliamo sia la base di questa squadra. Quindi abnegazione, sacrificio, umiltà e corsa. A quel punto su quell’impalcatura ci si può appoggiare qualsiasi idea tecnico-tattica. Senza quella base tutto sarebbe difficile da far attecchire. Mi auguro che il Frosinone dia continuità sotto quell’aspetto. Perché la partita di Vercelli è stata una buona partita ma la serie B ConTe.it è talmente lunga che solo con la continuità in prospettiva si potrà dire di essere diventati squadra».
Anche se obiettivamente la Pro Vercelli è stata davvero poca cosa, non è più quella squadra griffata-Longo. Pensiamo che lei nemmeno l’avrà riconosciuta. Quindi non bisognerà esaltarsi sotto quest’aspetto, che ne pensa?
«Ho sentito tanti commenti positivi che abbiamo accettato volentieri. E’ stata una prestazione importante, non era scontato andare a vincere là. Ci siamo calati però con la giusta umiltà. Da parte nostra credo ci sia stato il segnale di averla presa con le molle, nel modo opportuno, come deve sempre essere. Siamo alla prima giornata, non siamo incoscienti di poter pensare che saranno tutte rose i fiori. Quell’equilibrio dovremo averlo in campo ma anche fuori perché momenti positivi e negativi in campionato ci saranno sempre. Era importante partire col piede giusto, adesso con un profilo sempre molto basso affronteremo il Cittadella».
Cosa teme del Cittadella?
«Temo la squadra. A mio avviso è forte, vestita da provinciale. Non vince un campionato di Lega Pro e non si affaccia tra i Cadetti facendo quello che ha fatto lo scorso anno per caso. Il Cittadella a mio avviso è una formazione tra le tante che si accorgono nel tempo di avere giocatori forti a disposizione. Costruita con grande criterio. Ha elementi che potrebbero giocare in qualsiasi squadra di livello anche più alto della B. ha un impianto ben delineato, la mano di Venturato si nota, la condizione societaria ottima, l’ambiente senza pressioni. Potrebbe essere la mina vacante di questo campionato».
Mister, il mercato è finito…
«Da allenatore preferisco sempre lavorare con giocatori che hanno un solo pensiero: quello di allenarsi e giocare nel club nel quale militano. In questo debbo dire che i miei giocatori sono stati molto bravi nonostante i rumors. Ora fino a gennaio c’è solo da pensare al campo. Quindi la concentrazione diventa massimale».
Sempre discorso mercato: Palermo, Perugia, Bari, Parma. Ci dà un giudizio in generale su questo campionato? Che squadre sta vedendo?
«Sto analizzando squadra attrezzate per cercare di vincere questo campionato. Tra amichevoli, Tim Cup e campionato, c’è sempre un po’ il giochino di mettere pressioni agli altri. Faccio un esempio: il Perugia dello scorso anno continuava a parlare di salvezza anche quando aveva 55 punti e mi faceva sorridere. Quest’anno le squadre che hanno dimostrato di fare questo tipo di mercato, vedi il Parma con l’arrivo di Ceravolo o il Perugia stesso che su un impianto già forte ha aggiunto un elemento come Falco che ne ha alzato il livello di qualità, insieme ad altre squadre che ho citato altre come Pescara, Bari, Palermo, Empoli sono squadre che puntano alla vittoria. Come il Frosinone sa di avere una squadra competitiva e che per spuntarla sa che dovrà fare meglio delle altre».
Alla luce della partenza del Cittadella dell’anno scorso, pensa di vedere una squadra più pimpante rispetto al Frosinone?
«Credo che dietro l’avvio sprint del Cittadella debba esserci un carico di lavoro che permetta di entrare velocemente in condizione. Grazie anche a giocatori con strutture brevilinee e mi riferisco a gente come Chiaretti, Schenetti, Arrighini, Siega. Gente molto veloce e rapida che si associa ad elementi di struttura. A mio avviso quando parti e sei così brillante non puoi avere grandi carichi di lavoro sulle spalle».
Le recenti dichiarazioni di Crivello le hanno fatto piacere?
«Io su Crivello dico solo questo: non avevo vissuto nessun tipo di trascorso. A me spiace sempre una cosa: nel calcio le etichette si mettono molto facilmente e si mette poi tanta fatica a toglierle. Non so se Crivello fosse simpatico, adorato o acclamato dalla piazza. Ho visto solo un giocatore che dal primo giorno ha lavorato bene e che ha meritato la chance di partire subito anche perché Beghetto aveva avuto un problemino. Ecco, mi piacerebbe che sui giocatori del Frosinone non debbano esserci dei concetti decisi nel passato. Bisogna permettere a tutti di acquisire la fiducia con i fatti».
Che voto dà al mercato questo Frosinone?
«Io do un voto alto. A mio avviso non per forza bisogna fare acquisti roboanti e stravolgere gli organici. E’ importante fare operazioni dove ce ne è bisogno. Una squadra che opera bene non per forza deve arrivare alla fine del mercato per mettere a segno i colpi importanti. Il Frosinone per tempo aveva individuato giocatori come Ciano e Beghetto insieme a qualche altro giovane. Le idee erano chiare in partenza. Do quindi un voto alto: sono arrivate pedine di qualità su un organico che a mio avviso con la motivazione giusta potrà partire al pari delle altre».
Ha mai pensato di tornare al 3-5-2?
«Il pensiero c’è stato, poi per me è stato un modulo che ha pagato e dato molto nel passato. Ma non sono un integralista. Mi piace mettere i giocatori nelle condizioni migliori. Se il 3-5-2 sarà il modulo giusto, anche più avanti lo faremo. Col Cittadella? Poteva essere un’ipotesi. Ma bisogna valutare che 40 e più giorni di lavoro hanno la loro importanza».
Ufficio Stampa
Frosinone Calcio