Test
-
2018
Il Frosinone si presenta ai nastri di partenza del secondo campionato di serie A della sua storia sull’onda lunga del successo nei playoff sul Palermo. Ma anche con l’incertezza derivante dai continui ricorsi che hanno sicuramente prodotto dei condizionamenti sull’intera stagione. Squadra rimodellata in gran parte. La dirigenza punta sull’esperienza acquisita di alcuni giocatori che avevano già solcato i campi della massima serie, con loro arrivano promesse interessanti. In panchina conferma per il tecnico Moreno Longo. Ma l’avvio giallazzurro non è affatto dei migliori. Soprattutto in termini di risultati: 1 punto – quello sul neutro di Torino con il Bologna alla 2.a giornata – in 8 partite. E il primo gol in A solo alla 7.a. Sotto il profilo del gioco il Frosinone non sfigura affatto all’Olimpico con la Lazio, addirittura in casa con la Juve quando il bunker salta a 9’ dal 90’ grazie alla zampata di Ronaldo tenuto in gioco in maniera impercettibile da Salamon. A Torino, sponda granata, grande reazione dallo 0-2 al 2-2 ma anche una sconfitta che pesa sul morale. Col Genoa in casa la sfortuna nega il pari dopo lo 0-2 di partenza. Ma lo 0-4 all’esordio con l’Atalanta e lo 0-5 ancora in casa con la Samp sono macigni. A cavallo tra la 9.a e la 12.a la squadra di Longo sembra aver trovato la classica ‘quadra’: 3-3 con l’Empoli in casa (ma 2 punti sprecati), la prima vittoria stagione ottenuta sul campo della Spal (3-0, primo gol in A di Pinamonti), il pareggio strettissimo di Parma, il pari in casa con la Fiorentina conquistato allo scadere. Da quel momento i canarini continuano ad andare sull’altalena. Pesanti rovesci a Milano sponda Inter e a Napoli, il pari col Cagliari lastrica il campo di altri 2 punti, quindi lo 0-2 interno col Sassuolo che porta all’avvicendamento in panchina: al posto di Longo arriva Baroni. Avvio positivo: pari ad Udine e pari strettissimo in casa col Milan. Ma arriva la sconfitta all’ultima di andata a Verona col Chievo che fa vacillare quelle certezze che si erano appalesate. Il girone di ritorno parte col botto: 7 punti in 7 partite. Un avvio interessante: il 4-0 di Bologna, la vittoria di Genova con la Samp (zampata di Ciofani), il pari di Genoa sponda grifone (stretto, ottenuto in 10). La sconfitta con la Lazio e con la Roma sono immeritatissime. Ma quei 7 punti sono anche pochi se si considera che i giallazzurri avevano chiuso a 10 punti, penultimo posto. La quota salvezza alla 19.a era 7 punti più sopra. Fino al 3 aprile il Frosinone alterna momenti positivi ad altri negativi: manca lo scatto, manca la capacità di mettere a frutto quanto si è fatto di buono magari nel turno precedente. Particolare che sembra cambiare corso quando Ciofani & soci battono il Parma (3-2 al 114’ di una partita infinita, condizionata dal rigore concesso alla squadra giallazzurra e vivisezionato al Var) e poi vanno a vincere a Firenze. Ma arrivano 3 ko di fila, complice anche un calendario che mette di fronte Inter e Napoli in casa e Cagliari fuori. Manca la matematica a sancire la retrocessione. Il Frosinone deve vincere a Sassuolo. E lo fa (2-0) per oltre un’ora ma il 2-2 dei neroverdi sancisce la retrocessione. Sassuolo ancora fatale, dunque. Nelle ultime tre partite il Frosinone ottiene 1 punto, con Chievo all’ultima giornata. E chiude a 25 punti il suo secondo campionato di serie A.
-
2017
Il Frosinone al termine della stagione 2016-'17 si muove sul terreno che altri club non avrebbero nemmeno immaginato di percorrere: rilancia dopo aver metabolizzato la delusione. Il presidente Maurizio Stirpe sceglie Moreno Longo, allenatore emergente, fresco di salvezza con la Pro Vercelli e 'vate' della Primavera del Torino. Attorno allo zoccolo duro composto dai vari D. Ciofani, M. Ciofani, Crivello, Frara, Soddimo, Dionisi, Paganini, Sammarco, Gori, Zappino, Russo ci sono le conferme di Bardi, Ariaudo, Maiello, Terranova, Brighenti, Krajnc, dei giovani Besea e Volpe mentre sul mercato si piazzano colpi importanti come Ciano, Beghetto, Vigorito, Citro, il giovane Matarese dal Genoa. Il massimo dirigente giallazzurro indica la strada: "A Longo ho dato come obiettivo principale quello di stare lontano dalle zone calde, restare in una posizione consona ai valori tecnici della squadra. Con lui un progetto che va oltre la stagione che inizierà". E Stirpe lo ricorderà ai meno attenti quando il 26 aprile 2018, in un momento difficile per la classifica, fece intendere a parole chiare che la panchina del tecnico piemontese era saldissima e lo sarebbe stata ancora per due stagioni. I giallazzurri, che nel frattempo attendono l'ultimazione dello Stadio 'Benito Stirpe', viaggiano e veleggiano. Vittoria a Vercelli, bis con il Cittadella sul neutro di Avellino. A Pescara finisce 3-3 dopo il 3-0 iniziale e il pari va anche stretto. Ma arriva anche il primo infortunio serio della stagione: rottura dei legamenti del ginocchio per Paganini. Arriva la vittoria con il Bari in casa (3-2) sempre ad Avellino, il successo di Ascoli e lo stop di Perugia. Intanto il 29 settembre viene inaugurato sotto gli occhi dell'Italia il 'Benito Stirpe, il 2 ottobre 0-0 all'esordio ufficiale con la Cremonese. Il Frosinone paga qualcosa e batte il passo a Novara, quindi due pareggi di fila, col Palermo in casa e a Salerno. Il Frosinone arriva a collezionare 16 risultati utili di fila, mettendo insieme 29 punti. Tante partite dominate ma anche qualche pari di troppo. Come quello di Empoli quando i canarini al 90' sono sul 3-1 e si fanno agguantare sul 3-3. La sfortuna non abbandona la squadra di Longo: si fa male Sammarco, anche lui ai legamenti del ginocchio. Il Frosinone fa quadrato, a Foggia perde anche Gori ma vince 2-1 in rimonta e chiude al 2° posto. A gennaio gli innesti di due centrocampisti, Chibsah dal Benevento e Kone dal Cesena. Il girone di ritorno parte a spron battuto ma il ko intermo col Perugia gela gli entusiasmi. La reazione arriva da Cremona, il pari in rimonta è d'oro. Ma il campionato a livello generale ha cambiato chimica. In sei partite arrivano 8 punti e le sconfitte di Parma e Palermo. Soprattutto la prima peserà sulla classifica al termine della stagione regolare. Arriva anche il ko di Daniel Ciofani, la sentenza è inappellabile: campionato finito. Non si piange, si stringono i denti. Qualche passo falso, qualche frenata, la paura di non farcela quindi la serata con il Foggia: prima tremenda, poi all'improvviso bella e quindi maledetta. Quel 2-2 farà pesare come un macigno il 2-0 del Parma al 'Tardini': per il Frosinone gli spettri di un anno prima, il terzo posto per un gol di differenza negli scontri diretti. C'è poco da maledire e niente da piangere. Bisogna tirare fuori tutto. Anche con bende e cerotti al seguito. I playoff iniziano tardi per il 'Bari-affaire', i canarini con un doppio 1-1 liquidano il Cittadella (al 'Tombolato' si fa di nuovo male Paganini dopo il gol del provvisorio vantaggio) e trovano il Palermo. Al 'Barbera' finisce 2-1 per i rosanero che ribaltano il risultato dopo l'opera d'arte di Ciano in avvio. Paganini si male dopo essere stato recuperato per l'occasione. Il ritorno al 'Benito Stirpe' è storia così bella, sofferta e a tinte così sgargianti da non poterla non ricordare a vita. Diciamo solo l'epilogo: il Frosinone torna nell'Olimpo del calcio.