Il Lucarelli-bis dopo il breve ma poco proficuo interregno di Andreazzoli non ha portato il salto in serie A che il patron Bandecchi chiedeva ad inizio stagione

LA TERNANA CHIUDE CON IL -11 RISPETTO ALLA STAGIONE PRECEDENTE

Stagione fortemente altalenante dei rossoverdi che però hanno un potenziale di tutto rispetto soprattutto in attacco. A pesare anche i tanti infortuni che hanno decimato la rosa
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Vale per gli almanacchi del calcio e per lo spettacolo. Al ‘Liberati’ di Terni, venerdi sera, il Frosinone campione della serie B rende visita alla Ternana che di fatto la sua salvezza la tiene stretta in mano dal momento in cui, nel turno precedente, il Pisa ha pareggiato sul campo del Brescia. Dal punto di vista puramente teorico anche una sconfitta terrebbe in B gli umbri a patto che il Cosenza non superi la squadra di Lucarelli nella differenza reti, ammesso che i silani battano il Cagliari in casa.

La stagione dei rossoverdi – che si chiude con un saldo negativo di 11 punti rispetto a quella del 2021-’22 – si avvia a chiusura tra tanti rimpianti e qualche polemica di troppo. Il patron Bandecchi voleva ben altro tipo di campionato ma gli avvicendamenti in panchina – soprattutto il primo, tra Lucarelli e Andreazzoli – non ha dato quella scossa che il massimo dirigente si attendeva. Verificato che con l’ex tecnico di Roma, Genoa ed Empoli non era scoccato quel feeling necessario a cambiare passo, è tornato in panchina Lucarelli.

Eppure in estate il prolungamento del rapporto tra il presidente Bandecchi e l’ex tecnico dei rossoverdi Lucarelli era ripartito con tanto di firma su una lettera d’intenti nella quale l’allenatore accettava come obiettivo primario l’ottenimento della promozione in serie A. Evidentemente il patron sapeva che l’impegno economico sarebbe stato all’altezza delle pretese. Ma il campo, dopo un avvio anche molto importante (5 vittorie di fila), in corsa aveva dato altro tipo di responsi.

Vediamo più da vicino come il presidente Bandecchi e il ds Leone avevano costruito la squadra nella sessione estiva del mercato.

Torniamo ai movimenti estivi. Partiti l’attaccante Mazzocchi (Sudtirol), il compagno di reparto Peralta (Foggia), i difensori Boben (Pescara) e Kontek (Cesena) e i centrocampisti Furlan (Triestina e Mazza (Taranto). Arrivato a titolo definitivo il centrale di difesa Bogdan (Salernitana) che aveva già giocato metà della scorsa stagione in rossoverde, raggiunto dal compagno di reparto Mantovani (Salernitana) e dal ritorno dal prestito alla Pro Sesto di Mazzarani, quindi il terzino Corrado (Inter), i centrocampisti Di Tacchio e Coulibaly (Salernitana), Cassata (Genoa) e infine l’attaccante Favilli (Genoa via Monza), il ritorno della punta Capanni (Milan), gli ingaggi di Raul Moro (Lazio, poi passato al Real Oviedo) e Spalluto (Fiorentina, trasferito a gennaio al Novara).

Importante il tessuto sul quale sono andati ad inserirsi i nuovi arrivi: oltre ai sopra citati Donnarumma e Pettinari (che a gennaio ha accettato il Benevento ma è retrocesso), sono rimasti il portiere Krapikas, i terzini Martella e Ghiringhelli, i centrali Capuano (ex di turno) e Sorensen, le mezze ali Palumbo, Proietti e Paghera, il centrale di centrocampo Agazzi, il trequartista Partipilo, il difensore Diakité, il laterale Defendi, il jolly d’attacco Falletti.

Dal mercato invernale è arrivato solo l’attaccante Onesti (Fermana). Oltre a Moro, Pettinari e Spalluto sono partiti l’attaccante Rovaglia (Montevarchi) e il difensore Celli (Sudtirol).

La formazione per il Frosinone? Sicuramente in alto mare perché Lucarelli potrebbe cambiare qualcosa rispetto a Como oppure tutto per dare spazio a chi ha giocato meno. Il +8 di differenza reti sul Cosenza mette praticamente al sicuro.

Giovanni Lanzi

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