Il lavoro sul campo e fuori di mister Fabio Grosso, quello della Società: le strategie del presidente Maurizio Stirpe, l'impronta del direttore Guido Angelozzi. E un organico che non deve porsi limiti

L’AMALGAMA SPECIALE DEL FROSINONE

I giallazzurri hanno un obiettivo davanti, quello di non rendersi raggiungibili nemmeno a... vista. Con 21-23 punti si vola. Ma già dalla prossima ci saranno trappole disseminate
 In Il Punto

Tre sconfitte nelle prime 7 giornate, una sola nelle 15 successive nelle quali i giallazzurri hanno portato in dote 11 vittorie e 3 pareggi. E ancora, 2 mini-cicli di vittorie consecutive che hanno determinato lo ‘strappo’ in classifica verso la prima fuga: 6 nel girone d’andata e 4 a cavallo tra il giro di boa e l’avvio del girone di ritorno. Migliore difesa del campionato con 13 reti subìte, anche migliore attacco (a braccetto con il Bari) con 34 gol realizzati da 12 giocatori diversi. La sintesi numerica del primato-allungo del Frosinone è più o meno questa. Poi c’è il percorso quotidiano che permette di arrivare a quei 48 punti in 22 giornate, ad una media di 2.18 punti a partita: e quel percorso chiama in causa brillantezza, tenuta mentale, qualità ampia, coesione del gruppo. Salendo ancora c’è Grosso che sta svolgendo un lavoro eccellente sul campo e fuori ed al quale la Società ha messo a disposizione un organico senza più scorie del passato. Gente che si è calata nella realtà. L’indimenticato presidente di un Catania in tre periodi differenti tra gli Anni Settanta e Novanta, Angelo Massimino, ad un cronista che gli chiedeva “Presidente, al Catania manca l’amalgama”, rispose con una frase celebre: “Ditemi dove gioca e io lo compro”. Bene, al Frosinone non serve acquistare l’amalgama perché è la prima qualità che sta portando finora (sempre incrociando le dita) ad ottenere risultati. Non era facile ricostruire quel giocattolo che dalla serata bollente del 20 agosto 2021 a La Spezia non ne aveva più voluto sapere di funzionare. Ci sono voluti 2 anni e mezzo, è stato necessario ridisegnare organico e prima ancora le strategie a costo di pesanti sacrifici da parte della Proprietà. La svolta l’ha saputa imprimere, sotto la regia del presidente Maurizio Stirpe, quel Guido Angelozzi che, curiosità, aveva giocato nel Catania di Angelo Massimino. A proposito di amalgama, lui è stato bravo a portare in dote la nuova ricetta. Al suo arrivo disse: “Nessuno ha la bacchetta magica nell’immediato, servirà almeno un anno e mezzo per ripartire bene… con altra testa ed altre gambe”. Per un calcio differente. Inevitabilmente differente per una Società di provincia.

BRAVI A LEGGERE E INTERPRETARE LE PARTITE – Al di là di quello che, oltre Baez, il mercato di gennaio che si chiude martedi 31 gennaio porterà in dote al tecnico, il Frosinone ha solo un obiettivo davanti: 16 giornate nelle quali conquistare almeno 21-23 punti rendendosi così non più raggiungibile. Grosso ha sempre detto che non ci sono squadre più o meno abbordabili. Il Benevento, al di là delle problematiche di classifica, in ordine di tempo è l’avversaria che dopo il Pisa ha messo più in difficoltà i giallazzurri. La bravura del Frosinone è quella di aver saputo vincere l’ennesima partita complicata dopo quella di Brescia di sette giorni prima. Con certosina pazienza fino al momento-clou del rigore, dopo un avvio a razzo che avrebbe potuto cambiare subito la chimica della gara. Il vantaggio e la gestione attenta, memori sicuramente dei 2 punti lasciati con il Cagliari alla 14.a a 20 secondi dal 95’. E poi, qua e là sparsi, ci sono altri segnali: 11 partite senza un moto perpetuo come Kone, l’assenza da tre gare di Boloca ma anche il ritorno dal 1’ di Lucioni (assente 6 partite, 11 punti conquistati) ma anche il rilancio di Monterisi, la quarta partita di fila dal 1’ di Lulic (la terza consecutiva piena): hanno fatto capire quanto sia profonda la qualità della rosa a disposizione ma soprattutto quanto tutti si sentono dentro il progetto. Si volta pagina, sabato c’è l’ex Longo a Como. Oltre Fabregas, Baselli, Cutrone, Mancuso, Cerri e via discorrendo, è un’altra partita che a prima vista non spiega le differenze che esprime attualmente la classifica.

LE ALTRE – Non è bastato il gran gol di Menez alla Reggina per scuotersi nel freddo polare di Bolzano, il Sudtirol ‘innesca’ la sua arma letale, il bomber Odogwu che con una doppietta stende i calabresi portando la squadra di Bisoli al quarto posto, a -5 dalla promozione diretta. Se a Reggio Calabria non fanno salti di gioia e continuano a strizzare con decisione l’occhio al mercato, in casa Genoa è arrivata la frenata casalinga nel derby delle ex repubbliche Marinare con il Pisa che in 10 uomini fa muro ed esce dal ‘Ferraris’ con lo 0-0. Piange il Bari che perde la terza partita sulle ultime 4, ‘abbattuto’ in casa dal Perugia che resta terz’ultimo ma aggancia il Benevento. I ‘galletti’ di Mignani senza Cheddira ma anche con poche idee e con una difesa ampiamente rivedibile in blocco. Delle prime 8 in classifica vince anche il Cagliari che nell’anticipo della 22.a giornata si impone 2-1 alla Spal grazie ad un gol di rapina di Lapadula dopo le reti di Altare e Celia. Il maestro Ranieri batte l’allievo De Rossi, per la squadra emiliana non è ancora tempo di svolta e l’onda lunga dei problemi dello scorso anno si stanno ripercuotendo anche sulla stagione in corso nonostante la rivoluzione tecnica dell’estate. Vince anche la Ternana che risponde con un 2-1 al Modena all’intenzione del patron Bandecchi di mettere in vendita il Club. Partenza a razzo con i gol di Ghiringhelli e Favilli, il rigore di Falcinelli serve solo per il tabellino. Crisi in casa Ascoli, dove i tifosi hanno contestato il tecnico Bucchi dopo l’1-2 interno con il Palermo. Fa tutto il solito Brunori, due gol con l’intermezzo di una rete di Forte e un rigore sbagliato dall’attaccante rosanero. Ci sarebbe anche un rigore per fallo su Dionisi ma il Var dice che è tutto regolare. Corini vede la zona playoff, a pari punti c’è il Pisa.

Precipita il Brescia, 0-1 in casa con il Como che stacca di 2 punti la zona playout. Decide il bresciano Baselli, Rondinelle nei guai e Cellino pensa al quarto ribaltone: richiamare Aglietti e mettergli vicino Possanzini. A proposito di incompiute, il Parma è nel guiness dei primati negativi nonostante l’impatto finanziario pesantissimo che il patron Krause sta sopportando da 3 stagioni: i ducali sull’altalena, passano da una vittoria casalinga ad una sconfitta fuori casa. E il Cosenza che, pur da ultimo, si rimette in carreggiata grazie ad un gol di Florenzi servito dal neo acquisto Marras. Infine il derby veneto tra Venezia e Cittadella non lo vince nessuno, viene fissato da 2 rigori (1-1) e lascia i lagunari all’ultimo posto a braccetto con il Cosenza.

Giovanni Lanzi

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