LONGO CHIEDE COMPATTEZZA: “LA JUVE E’ IL TOP, NOI DOBBIAMO DIVENTARE RAPIDAMENTE SQUADRA”

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FERENTINO – Mezz’ora di conferenza stampa. L’arrivo della Juve scomoda tutte le attese anche tra i cronisti. Longo si presenta in perfetto orario mentre sul campo di fronte la sala stampa si scorge la Primavera di D’Antoni che gioca in campionato contro il Cosenza.

Mister Longo, in settimana un suo giocatore, Capuano, ha detto che per cercare di tenere testa alla Juve bisognerà lottare su ogni pallone. Basterà solo questo eventuale atteggiamento oppure servirà qualcosa altro?

“Penso che quello che volesse dire Capuano sia stato dichiarato in termini di prestazione e quindi di cuore, di carattere da mettere in campo. Che questa squadra deve riuscire a interpretare anche nelle difficoltà. Perché, analizzando a freddo, il Frosinone ha sbagliato due secondi tempi in maniera eclatante, a Bergamo e con la Sampdoria. Quando, al rientro in campo, si è subìto il secondo gol. Apparso come ostacolo insormontabile e la squadra non ha saputo reagire a quelle difficoltà. Credo che Capuano si riferisse al fatto che contro la Juve non puoi mancare sotto nessun aspetto, vai ad affrontare una top a livello europeo. Ma credo si riferisse anche al fatto che non bisogna avere quell’atteggiamento solo perché c’è la Juventus. In ogni momento nel quale si indossa la maglia del Frosinone bisogna dare il massimo. Non ci si può permettere anche sotto di due gol di giocare certi secondi tempi. Con la Juve serve un piglio che duri 95’ e sappia esserci soprattutto nei momenti di difficoltà”.

Dal punto di vista psicologico questa appare quasi una partita più facile. Se con la Samp alla fine del primo tempo ha pensato di pareggiarla, con la Juve non potrà mai pensare di farle male.

“Credo che non si possano non avere l’attenzione e le motivazioni a mille quando si affronta una squadra come la Juve. Ma non possiamo aspettare la Juventus per mettere in campo quel tipo di atteggiamento. La nostra serie A è come se fosse la Champions League, come se fosse il nostro mondiale. Non c’è bisogno che arrivi la Juventus per trovare attenzioni o motivazioni massime. Quindi non ho né scusanti, né alibi. Sicuramente la Juve porterà motivazioni ed attenzione ma noi dobbiamo insistere sul fatto di diventare squadra. Una squadra nelle difficoltà reagisce, un gruppo nelle difficoltà tende a disunirsi ancora. Noi ancora non abbiamo fatto un certo salto di qualità che in questa categoria è indispensabile e ti permette di rimanere in partita. E di costruirti quegli episodi tali da permetterti di fare punti anche con squadre che sulla carta possono sembrare insormontabili”.

Tra i problemi che ci sono al momento, c’è la mancanza di gol. Senza gettare la croce addosso a nessuno, puoi ipotizzare cambiamenti?

“Sono dati oggettivi che bisogna affrontare. Credo che la fase offensiva non riguardi solo gli attaccanti. E’ giusto anche ci sia un atteggiamento diverso. Con la Samp abbiamo avuto quasi 30’ di pressione sulla Sampdoria dopo il gol incassato. Anche rivedendo la partita, l’area di rigore la dovevamo riempire meglio. Dovevamo osare di più, dovevamo avere più coraggio. Se non porti uomini in area le possibilità di fare gol sono minime. Dovremo quindi attaccare con più uomini in determinati momenti, senza preoccuparci troppo e solo delle coperture preventive. E’ normale che gli attaccanti attraversano momenti particolari, magari toccano una palla e fanno gol…”.

Veniamo dallo 0-5 e affrontiamo Ronaldo. Colme riesce a dare giusti segnali alla squadra?

“In questi casi non è mai semplice affrontare una settimana di lavoro. Però non ci sono tante strade. Anzi ce ne sono due: piangerci addosso e creare negatività o rimboccarci le maniche e migliorarci, insistere su quello che di buono abbiamo fatto. In questo senso era giusto analizzare, in maniera decisa ed anche feroce con la squadra quello che era stato fatto male. E poi bisogna lasciarti alle spalle le cose negative perché il calcio ti sempre dà spunti positivi, quello che stiamo cercando noi per far scoccare la scintilla”.

Dopo lo 0-5 come pensi di cambiare?

“Stiamo valutando anche di cambiare qualcosa e sicuramente qualcosa cambieremo. Saranno cambi che ci tengo a precisare non si imputano delle colpe. Qui colpe singole non ve ne sono, anche a fronte di errori. Qui siamo un gruppo e quando le cose non vanno è giusto che ci siano dei cambiamenti per tutti. Siamo responsabili per quanto poi accade sul campo”.

C’è grinta nelle sua risposte. Ma la grinta non basta. Finora è mancato chi segna. Credo servisse maggiore accortezza negli acquisti. Non vedo una vera alternativa a Ciofani e questo mi fa paura.

“Parlando di cattiveria, quella deve essere la base di una squadra che deve salvarsi. Sono molto arrabbiato per il fatto che sul secondo gol con la Samp la squadra non abbia saputo reagire. Io posso accettare tutto ma il percorso per salvarmi lo conosco bene, sia da giocatore che da allenatore. Ma quel percorso lo fai se sei unito e coeso. Per quanto riguarda la qualità offensiva, è normale che dobbiamo recuperare dei giocatori che sono fuori. Ciofani e Campbell sono due elementi sui quali la squadra punta e non per sminuire il ruolo degli altri, di Ciano, Perica e Pinamonti. La possibilità di scelta passa per il fatto che sia Ciofani che Campbell non erano ancora nelle condizioni migliori. Pinamonti? Daniel in questo momento non è nella condizione di poter partire dal 1’ e di poter fare qualche scampolo di partita, il suo ingresso con la Samp è servito a rompere il ghiaccio. Nell’ultimo cambio con la Sampdoria ho preferito far entrare Daniel perché lui aveva bisogno di quei minuti che servono ad accorciare il suo rientro a pieno ritmo. Ho preferito dare fiducia a Perica perché per la squadra si danna l’anima. Poi che ci saranno i cambi è scontato. E Pinamonti avrà le sue possibilità”.

Ci aspettano in 8 giorni Juve, Roma e Genoa: è il primo bivio più importante della stagione?

“Queste tre partite non ci devono dire che campionato dovremo fare perché lo conosciamo bene il percorso. Queste tre partite ci debbono  dare segnali importanti, soprattutto la coesione e la compattezza di una squadra che deve farci vedere di saper giocare sempre e comunque. Nelle tre partite mi aspetto dei segnali positivi che ci devono dara le percezione della squadra che sappia stare nelle difficoltà, con un filo conduttore che ci porti a giocarcela con tutti. Con il Genoa sarà un match dalla valenza molto importante. Perché poi ci saranno Torino, la sosta e  inizierà un altro campionato contro squadre che hanno un obiettivo simile al nostro”.

Ci dice chi fa giocare?

“Deciderò domani”.

Vorremmo sapere come affrontare la Juve sul campo.

“Mi chiedete ancora la formazione e vi ho già detto che non la do”.

I suoi cambi saranno in funzione del profilo tattico col quale affrontare la Juve o vuole gente che sappia gettare l’anima sul campo?

“Sono fatti per entrambe le situazioni. Quando ci sono momenti negativi è normale che c’è gente che freme per poter giocare. Ed è normale che contro la Juve faremo sia una scelta sia di esperienza che di impatto fisico. La Juve rispetto alle altre squadre ha una preparazione alla gara diversa. La Juve nella fase offensiva non ha una codifica scontata. E’ una squadra che cambia pelle in base alle caratteristiche dei giocatori. E negli ultimi 25-30 metri ha gente che va ad occupare lo spazio. Noi dovremo essere bravi a leggere la partita per come la Juve si presenterà in campo. Oltre la qualità dei singoli nella fase offensiva dovremo essere bravi a leggere le situazioni che si presenteranno”.

Cosa hai pensato quando è stato espulso Ronaldo?

“Quando hanno espulso Ronaldo non ero felice: perché ho capito che sarebbe venuto qui riposato ed arrabbiato. Quindi dovremo essere ancora più bravi…”.

In settimana c’è stata qualche telefonata che ti ha fatto piacere?

“Nessuna telefonata. Chi mi conosce sa che dopo quella sconfitta non era il caso telefonare”.

Pensando a 5 cambi, si va vicino alla verità?

“Ci andate vicino. Cambio qualcosa dietro, qualcosa in mezzo e qualcosa davanti…”.

Giovanni Lanzi

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