NESTA, IDEE CHIARE E TUTTE SUE: “FROSINONE, SEI IL TOP. CON ME SOLO GENTE STRAFELICE”

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FROSINONE – Non si alza il sipario ma quando Alessandro Nesta entra sulla scena della sala stampa, gli obiettivi delle telecamere restringono il campo sul tecnico e partono una raffica di flashes. Il campione del Mondo di Berlino 2006 si siede alla destra del Responsabile dell’Area Tecnica.

Che aggiunge per un doveroso ringraziamento: «Se ci siamo potuti permettere di anticipare i tempi del suo arrivo è stato grazie alla disponibilità del presidente Santopadre e del Perugia»»

Si passa subito alle domande, le presentazioni in questo caso sono solo convenevoli che servono ad allungare i tempi.

Mister Nesta, lei avrà la forza di imporre il suo credo calcistico anche al cospetto di una figura come quella del presidente Maurizio Stirpe? Un presidente tuttocampista, che se potesse falcerebbe l’erba del prato, sistemerebbe il magazzino per il ‘suo’ Frosinone…

«Ringrazio in primo luogo tutti per la presenza. Questo mi fa capire che sono arrivato in un posto importante. Le parole del Presidente sono state: fai quello che sai fare meglio, non provare a fare quello che non sai fare. Sono le parole che vorrebbero sentire tutti gli allenatori di calcio dai rispettivi Presidenti. Io personalmente ho le mie idee, qui a Frosinone mi hanno dato la possibilità di metterle in pratica. Non ho preoccupazioni. Il presidente Stirpe evidentemente sa quello che sono, sa quello che posso dare. E che ho messo in atto la scorsa stagione col Perugia. E quindi se sono stato scelto è per fare quello che sono in grado di fare. Se funzionerà o non funzionerà sarà comunque tutto e sempre sulle mie spalle. Non cercherò mai alibi. Nella mia vita le responsabilità le ho sempre volute e gestite anche se la mia carriera di allenatore è ancora molto breve per motivi anagrafici».

Quali risultati ha chiesto a lei il Frosinone?

«Il Frosinone viene da una retrocessione. Il primo obiettivo è ricreare un grande entusiasmo in una piazza come questa. La gente deve innamorarsi di quello che facciamo. Il giorno che terminerà il mercato è impensabile che il Frosinone possa pensare di disputare un campionato anonimo. So che debbo fare qualcosa di importante».

Lei ha avuto eccellenti maestri da calciatore: tra questi tanti tecnici, chi ha inciso di più nel suo credo?

«Tutti mi hanno lasciato qualcosa. A cominciare da Zeman che mi ha messo da centrale a 17 anni in serie A, quando io nascevo terzino. Lo stesso Ancelotti che ho avuto più tempo e poi tutti gli altri. Ma ho detto già prima che non mi piace copiare. Ognuno di noi deve avere le proprie aspirazioni tecniche. La gestione delle squadre di Ancelotti è stata eccellente, ovunque abbia allenato. Sono stato con lui 8 anni, abbiamo superato insieme anche momenti difficili. Superati perché aveva al suo fianco una squadra disposta a fare di tutto per il proprio allenatore».

Lo scorso anno ha giocato con il 4-1-2-1-2, un modulo per certi versi inedito dopo aver iniziato col 3-5-2. Pensa di riproporlo al Frosinone? Ed ha parlato con la Società di questo piuttosto di quel giocatore?

«Vediamo il mercato cosa proporrà. Sono due giorni che parliamo, anche di situazioni contrattuali, di chi vuole rimanere e chi vuole andare. A me piace giocare a 4 dietro e poi vediamo il resto. Lo scorso anno ho giocato con il 4-3-1-2, lo conosco bene. Abbiamo trovato Verre, un giocatore che ci ha dato tantissimo. Potrei anche riproporlo quel tipo di modulo».

Qual è l’aspetto fondamentale che cura Alessandro Nesta?

«La mentalità importante.  Che si costruisce durante la settimana. Allenarci sempre a certi ritmi. Avere un atteggiamento importante sempre. Io poi sono un tecnico giovane che conosce bene la mentalità del calciatore al quale ogni tanto va dato il giusto spazio senza troppe pressioni. E fuori dal campo non mi interessa cosa facciano. Ma per ottenere dei risultati, durante la settimana ci si deve allenare in un certo modo».

Alessandro Nesta si potrà dire orgoglioso se avrà dato cosa?

«Ho fatto due esperienze, quando sono andato via la gente era dispiaciuta. Quando uno va via devi aver lasciato qualcosa di bello ed importante. Anche come background per la Società stessa».

Mancini, Mihajlović, Inzaghi, Almeida, adesso Nesta: immaginavi che in quella Lazio potevate essere dei bravi allenatori?

«Bravi bisogna vedere. Qualcuno lo ha già dimostrato. Mi è capitato di avere tanti compagni che hanno fatto gli allenatori. Soprattutto perché siamo uomini che amano la competizione. A me per due anni è mancata l’adrenalina del calcio, sono andato in crisi. La vita si era appiattita. Vivevo in una bellissima città negli Stati Uniti (Miami, ndr), moglie e tre figli però mi mancava il calcio. Noi abbiamo bisogno del calcio, di quegli stimoli forti».

Perché il Frosinone?

«Perché mi ha chiamato e voluto. Con altre squadre solo qualche situazione. Il Frosinone è stato il top. Nel mio momento della carriera è il massimo che posso avere».

E’ entrato in campo a 17 anni, il suo allenatore ha rischiato. Potrebbe accadere la stessa cosa qui a Frosinone?

«Lo scorso anno a Perugia abbiamo giocato con due ’99 sulle mezze ali, abbiamo fatto esordire un 2001, nell’ultima parte del campionato abbiamo giocato con un ‘98. Eravamo la seconda squadra più giovane. L’importante è che i giocatori siano bravi. Per ma la data di nascita non conta. Chi gioca bene avrà spazio, noi il coraggio lo abbiamo».

Lei ha nominato Verre. Le piacerebbe al Frosinone?

«Verre lo scorso anno mi ha… salvato la vita con 12 gol giocando da trequartista. E’ della Samp. Non so cosa vorrà fare. Vedremo con i direttori, ognuno di noi metterà dei nomi sul tavolo e quindi sceglieremo in base a tante dinamiche. Comunque sempre le scelte migliori».

Perché lei è partito dal basso?

«Nella mia vita ho fatto il passo adeguato alla gamba. Credo molto nel lavoro e nella costruzione delle idee di calcio. Se vai in una grande squadra magari non hai tempo per sviluppare la tua identità di gioco. In America ho fatto l’esperienza più bella della mia vita: due anni a Miami in cui ho messo in pratica tante cose. E quella esperienza mi è servita a crescere».

Lo staff che porterà qui a Frosinone?

«Lo stesso di Perugia: Rubinacci sarà il mio vice, Vaccariello sarà il preparatore atletico, due anni fa era all’Atalanta. Quindi due assistenti di campo, Girini e Lo Monaco e il preparatore dei portieri Benvenuto».

Ci saranno novità nell’organico?

«Sinceramente non posso suggerirle i nomi. Tutti gli allenatori cercano giocatori buoni. In guerra con la fionda nessuno vuole andarci. Chi prendere non lo sappiamo ancora».

Che messaggio si sente di dare ai tifosi?

«Credo di poter dire che non sarà un anno scontato. Ogni punto andrà sudato da tutti noi perché questa categoria non si prende con presunzione anche se il Frosinone è una delle squadre più importanti. Io credo molto nell’umiltà di calarci in questa categoria. Un messaggio per tutti: il Cittadella che è la squadra che spende meno di tutti ha rischiato di andare in A, il Crotone di scendere».

Ancora il mercato: ha pensato piuttosto di acquistare, di tenere quelli che ci sono?

«Forse cambiamo modulo e questo comporta qualche cambiamento. Tutti debbono essere motivati. Devi essere strafelice di essere qui. Magari sono tutti strafelici ma dovremo valutare tante cose».

Ha un’idea dei giocatori sotto contatto?

«Conosco benissimo le caratteristiche dei calciatori. Lo scorso anno provammo anche a prenderne un paio ma erano un po’ cari. Ripeto: sono tutti giocatori forti ma certe valutazioni complessive anche in funzione del modulo andranno fatte».

Come dire: è il momento delle scelte, oltre ogni ragionevole dubbio. Con fermezza. Lo chiede l’apertura di un nuovo ciclo.

Giovanni Lanzi

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