AL FESTIVAL DEI CONSERVATORI FRARA ‘SUONA’ LA NONA CON IL FROSINONE: A LUI IL PREMIO ‘CITTA’ DEL LEONE’

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FROSINONE – Le immagini di una vita calcistica scorrono lentamente alle spalle. E poi le parole, i ricordi. Tutto compreso, un po’ di emozione è anche naturale. Al Festival dei Conservatori in pieno svolgimento in piazzale Vittorio Veneto a Frosinone, è stata la serata di Alessandro Frara. Lui, torinese doc, una vita per il calcio tra Torino sponda Juve, Bologna, Ternana, Spezia, Rimini, Varese e quindi Frosinone, ha ricevuto dalle mani della presentatrice-intervistatrice Mary Segneri l’ambito premio ‘Citta del Leone’ come Eccellenza frusinate. Frara, già capitano di tante battaglie in  maglia giallazzurra, oggi è collaboratore dell’Area tecnica dopo aver riposto gelosamente scarpini, mutandoni e maglietta ed aver superato brillantemente il Corso per direttore sportivo. Il Frosinone per l’ex centrocampista è una seconda pelle: quella che sta per iniziare sarà la nona stagione di cui sette da calciatore.

Serata magica quella di giovedi. Prima della bella intervista a Frara, si sono alternati sul palco gli eccellenti artisti che prendono parte al concorso. Davanti a loro una platea attenta ed anche molto competente. In prima fila il direttore del Conservatorio ‘Licinio Refice’ di Frosinone, il Maestro Alberto Giraldi.  E l’assessore alla Cultura Valentina Sementilli.

«Il premio lo daremo questa volta ad una persona che non è nata in questa città – ha detto nella sua introduzione Mary Segneri – ma ha dimostrato di averla scelta, ‘eletta’. Ed a questa città ha dato tutto ciò che sapeva fare. Ha anche studiato per restare qui. Una città che lo ha accolto con amore». E’ il momento in cui alle spalle di Frara e della Segneri appare una foto di un bambino che quel giorno sognava ancora solo di solcare i perigliosi mari del calcio. Da quel momento in poi è un susseguirsi di immagini di tutta una carriera calcistica. Che non gli ha impedito di mettere nel cassetto una laurea in Scienze Politiche. Un calciatore può anche studiare, dunque. «Da quella foto da bambino ad oggi è passato tanto della mia vita – ha esordito Frara -. Giocavo con la squadra del mio quartiere di Torino, il Pozzo Strada, al quale rimarrò legato per sempre». Un salto in avanti nelle immagini: una data, il 26 agosto 2011. «Sono venuto qui a Frosinone quasi per caso, affascinato dal progetto che mi sottopose il presidente Maurizio Stirpe. E sono stato accolto benissimo sin dal primo giorno, come solo questa gente sa fare. Una scelta bella e fortunata per entrambi. E Frosinone la sento casa mia».

Il gol al Lecce quel 7 giugno 2014, la notte magica della seconda promozione in B, la dedica al papà scomparso, al fianco dell’ex canarino Gucher. E un aneddoto: «Nella foto si riconosce il leccese Papini che salta con me su quel pallone. Siamo amici, quell’estate abbiamo anche fatto le vacanze insieme…». La foto con i due figli dopo la prima promozione in A, dentro gli spogliatoi del Comunale: «Il maschietto è frusinate doc e parla bene anche il ciociaro…. La bambina risente ancora del periodo a Varese». E quindi il suo primo gol in A, il 1 novembre 2015: «Peccato, fu nel 4-1 della Fiorentina contro di noi… Uno dei pochi gol nella mia carriera per il quale non ho esultato». E il secondo gol, quella dell’1-2 in casa del Verona, il 17 aprile 2016: «Ci dette l’illusione di potercela fare, era la prima stagione di A. Poi il mercoledi perdemmo male col Chievo…». In prima fila c’è la moglie di Frara, Erika. E’ lei che, pur con ben tre lauree nel cassetto, ha praticamente ‘fissato’ la dimora a Frosinone. «Mi ha convinto quando in piena estate mi disse che avrebbe voluto avviare un’attività qui in città. Le avevo presentato qualche dubbio anche legato alla mia professione. Ma finora le cose vanno bene…».

E il passaggio da calciatore a dirigente? La domanda arriva puntuale: «Può creare un po’ di disorientamento – risponde Frara – ma ho avuto la fortuna di iniziare subito un percorso diverso che non mi ha fatto pensare che avevo smesso di giocare. Ho fatto un anno di tirocinio in giro per l’Italia, ho fatto il corso da ds a Coverciano e da quest’anno mi è stata data una possibilità importante di far parte della Direzione Sportiva insieme al direttore Ernesto Salvini. E stiamo lavorando per fare le cose per bene. I rapporti con i miei ex compagni? Sempre ottimi e nel rispetto dei ruoli di ognuno di noi». L’applauso è della intera piazza. Ed è il gran finale di un’altra bella serata. Di musica e sport. Dopo quella di lunedi scorso che aveva visto protagonista il presidente Maurizio Stirpe.

Giovanni Lanzi

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