BARONI VA AL SODO: “NON C’E’ TEMPO DA PERDERE. PORTO CONVINZIONE, ENTUSIASMO, VIGORE”

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FROSINONE – E’ il momento più atteso della conferenza stampa al ‘Benito Stirpe’. Entra il neo allenatore del Frosinone, Marco Baroni. Flash e telecamere sono tutte per lui. Si siede accanto al presidente Stirpe che gli cede il posto al centro del tavolo. E’ lo stesso Stirpe che fa le presentazioni. Sorride, lui stesso dice “sono di buonumore e mi metto anche a ridere nel leggere…” a proposito di alcune cose lette negli ultimi due giorni.

«Ecco Marco Baroni – apre il presidente – . Ho letto ricostruzioni che mi fanno davvero sorridere. Ci sono percorsi, come quelli di un cambio di allenatore, che meritano una analisi attenta. Dopo una partita che domenica è terminata alle 17, seguita da una riunione e da una normale riflessione, ci vuole il tempo necessario ad assumere la decisione. Che non è immediata, chiaro. La scelta di Marco Baroni è stata ponderata, nel rispetto di quello che è il costume della Società. Noi non possiamo pensare che venga Mourinho con tutto il rispetto. Noi siamo persone umili, sappiamo dove siamo partiti e dove vogliamo arrivare. E vogliamo continuare il percorso con persone altrettanto umili, che pensano che il Frosinone sia il loro Manchester United. Ecco perché abbiamo scelto Baroni, le nostre scelte le faccio sulla capacità e la voglia di queste persone di venire a darci una mano e non sul nome. Il contratto che ha firmato è fino al 2020. Prescinde dalla salvezza o meno. Speriamo che abbia fortuna migliore rispetto a Moreno per quanto riguarda la serie A anche se ritengo che il suo predecessore sia stato sfortunato. Baroni sarà anche lui messo nella condizione di poter lavorare con serenità e tranquillità. Spero che Marco ci faccia rimanere in A».

Mister Baroni, il suo modulo privilegiato è il 4-2-3-1. Continuerà anche qui a Frosinone a giocare con questo assetto?

«L’allenatore – sono le primissime parole di Baroni da  neo allenatore del Frosinone – spesso deve avere la capacità di capire velocemente quali sono le attitudini dei calciatori e l’interpretazione del sistema di gioco. Questa squadra ha una genetica, sicuramente si faranno dei piccoli cambiamenti ma non è il sistema di gioco il punto dove andare a lavorare. Ho già giocato a tre in difesa, con la Primavera della Juve abbiamo vinto la Coppa Italia. Non è questo l’argomento in discussione».

Quali sono i punti che avete condiviso con la Società? La domanda è rivolta sia al tecnico che al presidente.

«Io personalmente sono fermo da un po’ di tempo. Ma prima di tutto vorrei spendere due parole per la situazione di Longo perché l’ho vissuta io in precedenza e le pagine di storia che lui ha scritto nel Frosinone rimarranno. Conosco la storia del Frosinone, il percorso compito ed ho trovato una persona come il presidente Stirpe che mi ha descritto tutto con entusiasmo ed umiltà. Io vivo di entusiasmo e per me non ci sono stati dubbi, l’entusiasmo è alla base di ogni avventura. Da parte mia non c’è stato un attimo di dubbio».

«Il percorso che noi iniziamo a fare con Baroni – interviene il presidente Stirpe – non può che partire dalle idee che stavamo sviluppando. Noi pensiamo di correggere le cose che non hanno funzionato. Rivoluzione o semi-rivoluzione? Secondo me sarà un programma di aggiornamento robusto ed importante. Rimarrà solo chi ha voglia di restare a darci una mano ed a fare bene. Abbiamo delle idee, condivise con Baroni e ci attendiamo un contributo. Ma non eravamo con le mani in mano, dobbiamo mettere in pratica quelle idee che stavamo sviluppando, opzioni anche in fase avanzata di realizzazione. Avviata dopo la sconfitta con l’Inter. Se anche i punti fossero rimasti 7, avremmo proceduto lo stesso a fare cambiamenti migliorativi. Ve lo ripeto: per rispetto della Società, tifosi e sponsor e chi crede nel Frosinone».

Seguirà gli schemi a lei cari o si dovrà adattare alle condizioni della squadra?

«La parola ‘adattare’ non mi piace. Io vado a sviluppare il massimo dai miei calciatori. Un allenatore non ha un sistema di gioco ben definito. Ma non è per fare pretattica, siamo alle porte di gare importanti. Ma non è sull’aspetto tattico come ho detto che andremo a lavorare. L’attenzione è legata a qualche piccola correzione da quello che ho visto. In questo momento appena sono arrivato, colpito dalla bellezza di questo stadio, ho notato le parole ‘ferocior ad bellandum’ nello stemma: è una delle componenti che dobbiamo mettere in campo. In questa serie A terribile dobbiamo tornare ad avere convinzione, entusiasmo, vigore. Mai domi, mai vinti. Cercherò di trasmettere queste caratteristiche ai ragazzi».

La scelta di Frosinone arriva dopo che altre società l’avevano cercata?

«Non mi piace guardare indietro, l’incontro col presidente Stirpe c’è stato ieri e non c’è stata come detto nessuna ombra di dubbio. Non vedo l’ora di salire sul pullman (la squadra si è spostata a Roma, ndr) e scendere in campo per l’allenamento. C’è poco tempo e non debbo perdere nemmeno un secondo e buttarci nel lavoro».

Quanto un giocatore come Chibsah può tornarle utile?

«Raman l’ho avuto alla Juve, un ragazzo che ho cresciuto già da lì».

L’esperienza di Benevento cosa le ha lasciato?

«Per crescere ci vuole una grandissima capacità di autocritica. Io dico sempre che quando non si vince, si impara. Anche le esperienze negative debbono essere da insegnamento».

E’ stato a Leeds ad aggiornarsi.

«A Leeds sono andato per conoscere un allenatore come Bielsa che ha una interpretazione particolare del calcio. Un allenatore non va copiare ma va a documentarsi».

Lo staff tecnico da quante persone sarà composto?

«Di 4 persone: il preparatore dei portieri Marco Bizzarri, il preparatore atletico professor Andrea Petruolo, il secondo Riccardo Rocchini e il tattico Silvio Valanzano».

Le contestazioni domenica hanno riguardato anche la squadra, presidente Stirpe. Lei ritiene che qualcuno dei giocatori non stia svolgendo bene il proprio lavoro?

«La gente è arrabbiata per l’eccessiva arrendevolezza della squadra. Questo dà fastidio. Non tutte le colpe domenica erano della squadra. La combinazione dell’ansietà di cui ho parlato e l’essere andati sotto di un gol, ha creato questa contestazione. Nel primo tempo le occasioni nostre non sono state inferiori a quelle del Sassuolo. Nel secondo tempo poi abbiamo contribuito a far arrabbiare i tifosi. Quando le cose non funzionano, non funziona niente. Quando il pubblico non è soddisfatto, è giusto che contesti. Noi siamo un pubblico civile per cui dobbiamo essere di esempio. A partire dal presidente per finire all’ultimo dei tifosi. Immaginate un bambino che era alla partita, che esempio ha avuto».

Mister Baroni, quanti innesti ci saranno sul mercato?

«In questo momento ci sono 3 gare. Io debbo abbracciare tutti. E rendere tutti utili. In sette giorni ci sono 9 punti sul piatto. Non ho la bacchetta magica, debbo parlare ai ragazzi».

Chiusura del presidente Stirpe.

«L’operazione potenziamento sarà importante ed adeguata in ogni reparto».

Giovanni Lanzi

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