La sconfitta con il Cosenza è anche figlia della prima, vera emergenza della stagione in casa Frosinone con ben 8 titolari fuori causa. Grosso impossibilitato ad imprimere il cambio di marcia dalla panchina a causa delle sostituzioni forzate

BATTERIE SOTTO CARICA, POI 50 GIORNI SENZA LIMITI DI VELOCITA’

Alla ripresa, sulo campo del Perugia, attende i giallazzurri la classica gara da 'brutti, sporchi e cattivi'. Il comune denominatore della prima squadra e della Primavera: hanno messo in fila tutte le 'grandi piazze'
 In Il Punto

Calma, testa sulle spalle e… benedetta sosta. Il secondo passo falso casalingo del Frosinone dopo quello contro il Parma non deve assolutamente aprire squarci di dubbi su un percorso da protagonista assoluto. La classifica ha visto il Genoa accorciare a 6 punti il divario ma la sconfitta del Bari – che all’ultima di campionato giocherà a Genova – è un tassello che nonostante tutto va ad infilarsi bene nel mosaico di un turno da considerare negativo per i giallazzurri. Servirà tanto sangue freddo, mantenere al centro della piazza il sacrificio, il lavoro, l’applicazione e l’entusiasmo che hanno contraddistinto il cammino di 30 giornate di campionato, al netto dei passi falsi che ci sono stati e sono anche fisiologici. Le vittorie si meritano e stavolta il Frosinone non l’ha meritata. Anche se la sconfitta è frutto dell’unica disattenzione in 99’ totali. Testa sulle spalle, quindi. E tanta tranquillità. Lo stop imposto dagli impegni delle nazionali dovrà servire a focalizzare l’attenzione su quei giocatori recuperabili a breve.

OTTO TITOLARI NON SI REGALANO A NESSUNO – Nel computo di una stagione giocata al massimo, può starci la giornata negativa. Soprattutto se si combina con la prima serie di infortuni di massa che sono caduti come un macigno sul Frosinone. Prima hanno costretto mister Grosso alle alchimie in sede di preparazione del match contro il Cosenza (privo di tre squalificati) e in corsa hanno obbligato a sostituzioni forzate. Nella valutazione finale va sempre considerato che i giallazzurri sono partiti dal 1’ contro la squadra di Viali privi di 4 centrocampisti (Lulic, Rohden, Mazzitelli e Kone) e di un difensore centrale (Ravanelli) ai quali si sono andati ad aggiungere altri 3 difensori (Szyminski, Cotali e Frabotta) nell’arco della gara. Giusto per capire i ruoli: un play, tre mezze ali, due centrali di difesa, entrambi i terzini sinistri. Con l’introduzione dei cinque cambi, le partite diventano 2-3 nella stessa. Il Frosinone si è visto costretto a giocarne solo una senza mai avere la possibilità di trovare il cambio di marcia dalla panchina. Ma per dare non spazio eccessivo alle scusanti (che pure ci sono) è anche giusto dire che probabilmente la sconfitta patita in casa con il Parma (3-4) non ha aiutato a comprendere che, quando i punti diventano più pesanti, è meglio sempre muovere la classifica senza correre rischi. L’azione del gol di Vazquez del Parma è infatti simile a quella che ha portato alla rete di Brescianini, un nuovo Pobega all’orizzonte del calcio italiano. Un centrocampista scuola Milan che il Frosinone aveva adocchiato già due estati fa quando militava nell’Entella, con il compagno di reparto Olzer oggi al Brescia.

FROSINONE CALCIO, UNO DEI POCHI ORGOGLI DELLA CITTA’ – Grosso in questa settimana di lavoro (tranne 2 giorni di meritato stop soprattutto mentale) saprà quali corde andare a toccare per le 8 partite che mancano alla fine dal 1 aprile al 19 maggio prossimi. Partite da giocare come sempre una alla volta. A cominciare da quella di Perugia, un derby che è la classica partita per ‘brutti, sporchi e cattivi’. Non ci saranno tappeti rossi al ‘Curi’. All’orizzonte 49 giorni da affrontare con un mix di determinazione, coraggio e serenità, ben sapendo che potrebbero servirne anche la metà (di giorni e di partite) per chiudere definitivamente i giochi in prospettiva promozione. E’ chiaro che per una questione di orgoglio, tagliare il traguardo da primi in classifica assumerebbe un significato ancora più importante. Il Frosinone che mette in fila Club (e piazze) come Genoa, Bari, Cagliari, Parma, Pisa, Palermo, Reggina che muovono migliaia di tifosi anche in trasferta, avrebbe un grandissimo significato non solo sportivo ma anche sociologico. Potrebbe finalmente scuotersi un ‘bacino d’utenza’ che per il Frosinone e i colori giallazzurri ancora stenta a decollare nonostante 20 anni sempre ad alto livello nel panorama del calcio italiano con 2 di campionati di serie A, 12 serie stagioni di serie B e 6 di serie C. Un orgoglio per una città di 46.000 abitanti, dove si conoscono tutti e dove ci sono appena tre eccellenze da poter ostentare e tenersi ben strette: la Società di calcio, il Conservatorio di Musica e l’Accademia delle Belle Arti. Un orgoglio che deve diventare anche dell’intera provincia.

PRIMAVERA, QUO VADIS? – Continua imperioso il cammino della Primavera che, fermato di rotolare il pallone della 24.a giornata del massimo campionato di categoria, si ritrova seconda in classifica davanti – a proposito di corazzate – a squadre come Roma, Torino, Juve, Fiorentina, Sassuolo, Atalanta, Inter, Empoli e via discorrendo. A 10 giornate dal termine della stagione regolare 6 punti di vantaggio sul Sassuolo settimo. E non si può dire che c’è un nesso di casualità con questa posizione perché la squadra di Gorgone lassù c’ha piantato stabilmente le tende da mesi. Anche per la Primavera ci sarà la sosta, il tempo per tirare il fiato, mettere da parte le quattro vittorie di fila e pensare al Cesena. I giallazzurrini tra le tante cose belle che hanno fatto vedere in questa stagione, hanno dimostrato di credere sempre nella vittoria, anche quando hanno perso nel finali di gara. E così a Napoli i 3 punti sono arrivati a 4’ dal 90’, a Bologna la rete della sicurezza realizzata all’88’, a Firenze sabato scorso al 2’ di recupero. Dove possono arrivare? Destinazione sconosciuta ma è bello vederli correre e giocare.

LE ALTRE – Il Genoa risale veloce, il Cagliari vede il terzo posto, il Sudtirol in cuor suo punta al secondo, Brescia, Spal e Benevento sprofondano e si candidano ad un posto in Lega Pro per la prossima stagione. Ma andiamo per ordine decrescente. Vola liscio come l’olio la trasferta della squadra di Gilardino che maramaldeggia al ‘Rigamonti’: 3-0 senza appello, Cellino sulla graticola, ‘Rondinelle’ già arrostite, Gastaldello si appella a qualche miracolo. Apre le danze Salcedo, eterno e ovunque incompreso, chiude la doppietta in fotocopia di Gudmundsson servito entrambe le volte da Ekuban. Difesa horror del Brescia, non è stata solo la partenza di Moreo – come dichiarato in settimana dal ds Perinetti – a minare le certezze della squadra. Precipita la Spal, la gestione-Oddo è in continuazione con quella di De Rossi. A Bolzano 2-0 per i Bisoli-boys firmato da Zaro. Gli altoatesini sono terzi, a -5 dal Genoa: hanno vinto 3 delle ultime 5 e pareggiate le altre 2. Per i grifoni 4 successi e 1 pari nello stesso periodo. Si ferma il Bari, fuoco di paglia al ‘Liberati’ di Terni. Sono bastate le assenze di Maiello e Di Cesare a far cadere il castello di Mignani che aveva traballato già in casa con il Frosinone. Decide per i neroverdi il gol del barese Partipilo, la squadra di Lucarelli torna alla vittoria e si stacca dalla bagarre in basso. Crolla la Reggina, 0-4 in casa con il Cagliari. Otto sconfitte e 2 vittorie nelle ultime 10 giornate per Pippo Inzaghi. In casa calabrese la testa va anche all’ipotesi penalizzazione, il Club con un comunicato stampa ha smentito nettamente le voci che lo davano in difficoltà anche nel pagamento degli stipendi. Risale Ranieri che vuole il terzo posto. Lapadula fa doppietta con un altro rigore, Mancosu segna a sua volta dagli 11 metri, chiude Zappa che sigla il suo secondo gol stagionale. Senza Brunori il Palermo ne fa 5 al Modena che ha la difesa di burro. Non basta l’accoppiata Strizzolo-Tremolada agli emiliani perché i rosanero mandano in gol Soleri, Tutino (prima rete col Palermo), Verre (dormita tra portiere e difensore), Aurelio e Vido su rigore.

Infine a 33 punti appaiate Perugia e Venezia che sbancano rispettivamente Cittadella e Ascoli. I grifoni passano con i gol di Di Carmine e Casasola, due ex giallazzurri in epoche differenti, i lagunari con una rete nel mischione finale realizzata da Carboni. La squadra di Castori e quella di Vanoli accorciano le distanze proprio dai veneti e dai marchigiani (terza sconfitta di fila per Breda). Nei guai c’è il Benevento che perde 2-0 a Pisa, Stellone chiede scusa al presidente (che lo scorso 17 marzo ha ‘festeggiato’ i 17 anni in sella al Club sannita) e ai tifosi. Ma se al momento i giallorossi campani, la Spal e il Brescia sono con tutti e due i piedi in Lega Pro, i problemi partono da molto lontano.

Giovanni Lanzi

Articoli Recenti