Trent'anni, laureata in Giurisprudenza con indirizzo internazionale, fin da piccola abituata a frequentare gli stadi: "Mio padre gestiva l'Hospitality dell'Olimpico". Nel Frosinone ha mosso i primi passi seguendo gli sponsor, oggi è la Responsabile Eventi

CALCIO, EVENTI, SOGNI E PASSIONI: CLARA PAPA E’ UN ‘VESUVIO’ DI IDEE

"Una grande soddisfazione aver tenuto 'vivo' il nostro Stadio durante la pandemia: 4 artisti locali crearono opere ad hoc. Ora l'iniziativa 'Parte di noi' che durerà tutta la stagione. Nel Frosinone ho accresciuto il mio bagaglio umano e professionale"
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“Alla scoperta del mondo Frosinone…”, la rubrica periodica che ci permetterà di andare alla scoperta delle diverse figure professionali all’interno del Frosinone Calcio che lavorano lontano dai riflettori della ribalta quotidiana, prosegue oggi con Clara Papa, dall’estate del 2018 nella famiglia giallazzurra. Oggi è la Responsabile Eventi del Club giallazzurro. Sangue ciociaro e napoletano, un vulcano di idee e belle speranze.

 Clara Papa, quanto la passione per il calcio è nel dna di famiglia? E quanto una ragazza di 30 anni è riuscita a farla sua anche nel lavoro?

“Io cresco praticamente come appassionata di sport da sempre. In casa siamo due figlie femmine, io e mia sorella Carolina. Mio padre ha cercato di tramandare alcune delle sue passioni, tra queste il calcio, alla figlia nella quale ha trovato più terreno fertile. E debbo dire che c’è riuscito. Anche se lui è interista e io della Roma. La mia passione per il calcio nasce comunque da piccola, mio padre gestiva con altri soci l’Hospitality dello stadio Olimpico per la Lazio. E quindi stavo sempre con lui e vedevo tutte le partite di serie A”.

Riavvolgiamo lentamente il nastro, sei nel Frosinone dall’estate 2018. E’ la quarta stagione. Questa esperienza, finora, cosa ti ha permesso di scoprire sia a livello personale che lavorativo?

“A livello lavorativo mi ha fatto scoprire tante mie qualità. Tutto ha origine dalla grande fiducia ottenuta da parte del presidente Maurizio Stirpe e del direttore Salvatore Gualtieri. Ho iniziato seguendo i rapporti con gli sponsor ma poi la mia propensione naturale al mondo dell’hospitality ha preso il sopravvento, fino ad arrivare all’impegno professionale attuale. A livello personale, il fatto di rapportarmi quotidianamente con tanti colleghi e persone che vivono il mondo del Frosinone dall’esterno, ha permesso di accrescere un bagaglio umano importante”.

Gli obiettivi di una ragazza di 30 anni dentro la struttura del 21esimo Club di calcio professionistico in Italia? Ah, non lo dico io ma la classifica al momento.

“I miei obiettivi vanno di pari passo con quelli che della Società: ambiziosi, con tanto equilibrio. Un passo alla volta. Sono legata al Frosinone. Mi piace pensare che la mia ulteriore crescita sia direttamente proporzionale a quella che il Frosinone sta ottenendo da anni a livello societario ed a quella che ci sta facendo vivere la squadra sul campo”.

Adesso però puoi anche presentarti, per gli… amici. Chi è Clara Papa a tutto tondo?

“Sono frusinate doc. Mio padre Filippo è avvocato (calciatore nelle serie dilettantistiche della provincia ma anche Presidente per anni della gloriosa Bellator Frusino di calcio A5, Club precursore del futsala in Ciociaria, ndr) ed anche lui è nato a Frosinone mentre mia madre Mimma è di Napoli. I miei studi hanno seguito un percorso abbastanza logico e lineare: ho frequentato il Classico a Frosinone e poi mi sono laureata in Giurisprudenza con indirizzo internazionale alla Lumsa di Roma, quindi ho conseguito un Master in Management Olimpico al Coni e, infine, grazie alla collaborazione con la Università di Cassino Lazio Meridionale, ho conseguito una seconda laurea, in Servizi Giuridici per la Società Sportive. Oltre il lavoro sono una ragazza come tante, con i miei hobbies, tra i quali lo sport ha un posto importante: mi piace il beach volley, il running e tutto il mondo del fitness. Sono anche un’appassionata d’arte, mi piace riportarla anche nei progetti che elaboriamo per il Frosinone Calcio”.

Il tuo ruolo è Responsabile Eventi. Tra una pandemia e il Covid più o meno diffuso. Nel caso specifico e più a livello generale, la regola prima per crederci sempre qual è?

“Durante il primo lockdown, fino a quando c’è stata la possibilità di farlo, pur di non lasciare lo Stadio totalmente isolato, ho proposto a quattro artisti locali e quotati di occupare quattro dei nostri sky box per creare delle opere con il tema dello Stadio vuoto. Fu un periodo difficile per tutti ma il messaggio che si è voluto far passare verso l’esterno è che lo sport e l’arte debbono dare sempre una continuità anche nelle difficoltà estreme. E tutto questo racchiude per me il concetto di ‘caparbietà ciociara’ che ci accompagna da sempre”.

Non solo eventi ma anche progetti collegati alle partite di calcio casalinghe del Frosinone. Stai curando l’iniziativa ‘Parte di noi’. Ci spieghi cosa significa, che impatto sta ottenendo e qual è l’obiettivo finale?

“L’iniziativa ‘Parte di noi’ è un altro progetto sviluppato in collaborazione con i colleghi e sto curando. L’idea è stata quella di valorizzare sia a livello artistico ma anche di marketing il fattore-campo per il Frosinone. Sono stati coinvolti artisti che hanno il dna ciociaro per creare un’immagine che rappresentasse il match casalingo. L’obiettivo è quello di dare risonanza a questi artisti attraverso il Frosinone e la curiosità di vedere come il mondo dell’arte riesce ad interpretare usi e costumi delle 20 squadre che compongono la serie B e che di volta in volta sono ospiti del Frosinone al ‘Benito Stirpe-Psc Arena’”.

Usciamo per un attimo dal mondo-Frosinone e dal calcio. Il tema violenza sulle donne, visto da una donna. E’ solo un problema di cultura? Quanto lo Sport e il calcio possono essere di supporto al messaggio?

“Secondo me molto. Domenica scorsa qui allo Stadio è stata disputata una gara del campionato femminile, questo conferma e rafforza l’attenzione della nostra Società alle donne. E’ un problema di cultura. Io che lavoro in un mondo praticamente di soli uomini, sono convinta che un giorno non lontano, tante realtà come quella del Frosinone riusciranno ad azzerare le disuguaglianze e il gap di genere e di conseguenza a far passare il messaggio che il rispetto per le donne è un obbligo morale e sociale”.

Clara, proviamo un indovinello: il gol vincente della stagione del Frosinone, a chi lo affideresti?

“Lo affiderei a Luca Moro”.

Giovanni Lanzi

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