D’ORA IN POI SOLO IL FROSINONE DELLE OCCASIONI IMPORTANTI, TUTTI CALATI NELLA REALTA’: C’E’ DA RINCORRERE

 In Il Punto

Il Pordenone gioca a Udine davanti a poco più di 3.000 tifosi ed è secondo in classifica. Un miracolo? Lo sapremo solo alla fine della stagione o forse alla fine di febbraio 2020 quando sul campo ci saranno anche i valori del mercato invernale. Di certo, la squadra di Tesser corre senza soluzione di continuità, dà spettacolo e vince. Ma lo fa per pochi intimi, lo ha detto anche il patron Lovisa senza mezzi termini. A 700 chilometri di distanza c’è il Frosinone che nel proprio stadio detiene il primato di presenze tra abbonati e paganti. Un dato affatto insignificante, vuol dire che i tifosi hanno risposto positivamente agli impegni puntualmente rispettati dalla Società. Il Frosinone che prima della sosta aveva inanellato sette risultati utili di fila, lontano da casa ha ripreso a zoppicare. Spezia docet. E quindi ha rinviato il salto di qualità. La classifica aspetta, i giallazzurri perdono punti pesanti. Che potrebbero pesare ancora di più quando la linea del traguardo della stagione regolare delineerà la griglia. Per ora il Pordenone è una bella realtà, il Frosinone una bella squadra ma ancora incompiuta dopo 13 giornate. Un terzo del cammino. Ci si è chiesto: penalizzati dalla pausa? Forse, probabilmente. Anche se le sconfitte cercano sempre la scusante. Come il palo di Dionisi dopo appena 1’ e il palo di Haas sull’1-0, come qualche pallone vacante nell’area dei liguri sul quale è mancata la zampata decisiva. Può bastare per recriminare? Forse, probabilmente. Ma i campionati non si vincono col ‘forse’, ‘probabilmente’ e ‘se’.

NON E’ SCOCCATA LA SCINTILLA PER TUTTI – Aveva ragione Alessandro Nesta quando in sede di presentazione della gara al ‘Picco’ aveva detto: “Lo Spezia sarà un avversario molto forte, molto ostico, che poteva avere qualche punto in più se avesse avuto un po’ di fortuna”. Lo Spezia, al netto delle assenze che comunque lamentavano anche i canarini, è una squadra che fa della velocità la sua arma migliore. Il Frosinone ha patito quella caratteristica di ‘bianchi’ di Italiano. Un Frosinone compassato? Diciamo meno cattivo. Le parole del tecnico romano nel post-gara hanno sgombrato il campo:“… tanti cross in area ma bisogna attaccare con più persone l’area avversaria per creare pericoli”. E’ questa la fotografia dei 95’ del Frosinone: palloni catapultati nell’area dello Spezia ma con poca occupazione dell’area ligure, dove la fisicità di Novakovich ha trovato difficoltà ad imporre la presenza sulla guerra delle sportellate. Perché in questa serie B le partite si vincono anche come le palle sporche, in barba ai moduli ed alle alchimie. Le assenze di Ariaudo e Paganini, aggiunte a quelle di Rohden e Trotta non vanno sottovalutate. Ariaudo e Paganini hanno il fiuto del pallone di ‘seconda mano’ nell’area avversaria, Rohden ha capacità di inserimento. Ma la rosa del Frosinone ha una profondità tale che, per come è stata pensata, dovrebbe avere capacità di supplire a quei vuoti che nel corso di in campionato sono naturali per ogni organico. Evidentemente però tutto questo non è ancora accaduto, la scintilla non è scoccata per tutti allo stesso modo.

SABATO ARIA DI SPAREGGIO – Contro l’Empoli sabato pomeriggio è spareggio tra due squadre divise da un punto. Gli azzurri hanno cambiato già allenatore, sul mercato estivo una settantina di milioni incassati dalle cessioni hanno permesso anche plusvalenze importanti e acquisti molto pesanti per la categoria. Ma poi in campo non sempre uno più uno fa due. Sarà una partita a scacchi. Tra due allenatori romani, con un passato anche se non comune nella Lazio. Il Frosinone visto con il Chievo non avrebbe rivali. Basta quello spirito che i giallazzurri hanno abituato a servire sul piatto nelle occasioni importanti. Il problema per Nesta è fare in modo che quel piatto sia una consuetudine settimanale.

IL CAPITOLO NOVAKOVICH – Il giorno della presentazione dell’attaccante serbo-americano queste furono le parole del responsabile dell’Area Tecnica, Ernesto Salvini: “Quello che chiedo è la valutazione serena: un giocatore in un contesto nuovo ha bisogno di tempo, un giocatore proveniente da una Federazione straniera per essere inserito ha bisogno di ancora più tempo. Bisogna quindi stargli vicino, apprezzare quello che può far vedere subito e quello che non riuscirà a farci vedere subito…”. Il giocatore sicuramente sta pagando sulla propria pelle l’impatto in un campionato complicato e sconosciuto. Tanto impegno gli va riconosciuto. La mancanza di un gol è un peso per tutti gli attaccanti, lo è di più per lui. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: l’assenza di Trotta gli ha schiuso le porte a presenze continuative. Oggi più che mai vanno rilette con attenzione le parole di Salvini. Di certo il problema del gol rimane. Non solo per lui.

IL VALORE DAL MERCATO – La sessione estiva di calciomercato ha portato una decina di giocatori tra prime e seconde linee. Ma tra un cambio di modulo, qualche naturale pausa dettata dall’inserimento in una nuova realtà e qualche problema fisico, quasi nessuno ha dato valore aggiunto all’ossatura della squadra di Nesta. Anche da loro, chi più chi meno, è necessaria una maggiore assunzione di responsabilità. Calarsi quindi nella realtà di una formazione che ad oggi è destinata a rincorrere e non a dettare lo spartito per una cruda questione di classifica. E’ un ruolo che nel calciatore mette a nudo i veri valori tecnici e morali.

LE ALTRE Benevento caterpillar in fuga (+6 sulla seconda Pordenone), anche il Crotone (che scivola al terzo posto a braccetto del Chievo che ha battuto 2-1 l’Entella) si inchina all’attuale strapotere della squadra di Pippo Inzaghi – 10 punti nelle ultime 4 gare dopo la scoppola di Pescara – che batte prima l’emergenza e poi i pitagorici. Stroppa si affida a tutte le alchimie tattiche possibili ma le Streghe vanno a mille grazie alle reti di Viola su rigore (ingenuo Crociata nella copertura) e al raddoppio di Improta in pieno recupero.

La 13.a giornata si era aperta venerdì col pareggio tra Pescara e Cremonese, match distinto da due errori dei portieri su altrettante punizioni. La squadra di Baroni spreca molto nel primo tempo ma agguanta il punto che la fa uscire appena al di fuori della zona rossa solo a 1’ dal 90’.

Il Livorno cede in casa al Trapani, il ko equivale ad una spinta a Breda che esce di scena. In grande spolvero nei granata l’attaccante Pettinari che mette a segno una doppietta. La squadra di casa accorcia le distanze, si getta a capofitto nel forcing per arrivare al pareggio ma è imprecisa quanto sfortunata. Nelle due reti dei siciliani grandi responsabilità del portiere Zima e della difesa. Juve Stabia irrefrenabile in casa: dopo aver fatto vedere le… streghe al Benevento (ed è tutto dire…) mette all’angolo la Salernitana battuta per 2-0 e sotto processo da parte di tifosi. E buon per la squadra di Ventura che è stato annullato un gran bel gol a Canotto, sennò oggi di parlerebbe di disfatta. La squadra di Caserta, a 14 punti in classifica, è uscita dalla zona retrocessione ed è a -2 dalla salvezza diretta. La squadra della settimana è sicuramente il Pordenone di Tesser: 3-0 al Perugia, preso letteralmente a pallonate. Dieci punti nelle ultime 4 partite. Grifoni sulla graticola, il patron Santopadre è arrabbiato. Oddo anche ma ha chiesto di tutelare la squadra. Il tecnico al momento aspetta rinforzi in difesa: l’assenza di Angella si fa sentire. Ma anche quelle di Kouan e Nicolussi.

Non va oltre il pareggio l’Empoli che non sa regalare nulla di più al tecnico Muzzi all’esordio. In gol Mancosu ma il Venezia cinge d’assedio gli azzurri e ci pensa Aramu a rimettere le cose in parità. Scatto da tre punti dell’Ascoli che al punto di non ritorno trova la vena di Ninkovic – vero genio e sregolatezza – e ribalta il Cosenza mentre Braglia rischia di ribaltare la panchina del ‘Del Duca’ al terzo gol dei marchigiani allo scadere. Tecnico sulla graticola ma se gli attaccanti falliscono il 3-0 e Perina si fa passare il pallone tra le gambe, un allenatore in quel caso pagherebbe per colpe non del tutto sue.  Tra Cittadella e Pisa non si fa male nessuno: 1-1 con i gol di Pinato e Iori. Il pareggio non fa saltare al secondo posto in solitario la squadra di Venturato che resta terza.

IL PERSONAGGIO – Questa volta non è un attaccante. E’ un portiere del campionato di Eccellenza emiliana, a due passi da Reggio Emilia. All’ennesimo coro razzista ha sbattuto i guanti per terra ed ha lasciato il campo, è stato addirittura espulso da un arbitro che probabilmente non aveva compreso il problema e la sua squadra per solidarietà è uscita dal terremo di gioco. Si chiama Omar Daffe, senegalese di origini. E’ il portiere della squadra piacentina dell’Agazzanese. Nello scorso mese di gennaio aveva denunciato cori razzisti in un’altra partita. L’Italia che non ne vuole sapere di scrollarsi di dosso l’etichetta del razzismo anche se tutti si dichiarano scandalizzati contro il proliferare del fenomeno, l’Italia che passa nel corso degli anni da un ‘buu’ all’altro sui campi, da un’interrogazione parlamentare all’altra, da una nuova legge all’altra, l’Italia in cui Balotelli fa esprimere giudizi beceri per il colore della pelle più che per le performances in campo, quella stessa Italia continua a riempirsi la bocca di parole ma annaspa sul vero contrasto. Come scrisse Sciascia nel Gattopardo: tutto cambi perché non cambi nulla.

Giovanni Lanzi

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