DUE PROMOZIONI IN SERIE A IN 4 ANNI, LA GIOIA TRA OSTACOLI E VELENI MA IL GRANDE LAVORO DEL CLUB E’ UN PATRIMONIO

 In Il Punto

E’ un mesto congedo dalla serie A, diciamocelo senza infingimenti. Ci si attendeva di più dal Frosinone. Se lo attendeva la Proprietà, se lo attendevano i tifosi. Ci si attendeva di più sotto il profilo del risultato complessivo. Per il Piano A, che prevedeva una salvezza da ottenere con i denti. Ma anche per il Piano B, il target da raggiungere per una retrocessione meno dolorosa, vale a dire superare quota 30 punti. Che avrebbe permesso di valutare diversamente una stagione complicata. E invece sappiamo benissimo tutti come è andata. Anche l’Udinese, 12.a squadra a vincere al ‘Benito Stirpe’, ha saputo far valere la miscela di un maggior tasso tecnico e motivazioni differenti. Anche l’Udinese ha evidenziato il Frosinone fratello di latte di Giano Bifronte: se indovina il primo tempo, sbaglia il secondo o viceversa. Peccato infatti che il Frosinone abbia saputo raramente schierare in campo le proprie motivazioni, se non nelle diverse dichiarazioni di circostanza. Resta il rammarico però: in quella manciata di circostanze in cui è stato in grado di farlo per 90’ più recupero, ha ottenuto risultati. Troppo poche quella sola manciata. Mister Baroni si è speso tanto in queste settimane per cercare di tenere l’adrenalina a livello accettabile. Sapeva che il presidente Maurizio Stirpe avrebbe desiderato una exit strategy differente, per una serie di circostanze che non riguardano solo il parallelismo con la prima stagione di serie A. Ma ha dovuto alzare bandiera bianca.

QUANDO PROMOZIONE NON FA RIMA CON GIOIA – Un’analisi corretta sulle due promozioni in serie A del Frosinone portano ad evidenziare un comune denominatore che ha avuto il suo peso specifico nello svolgimento delle stagioni successive: la Società giallazzurra non è mai riuscita a godersi veramente le rispettive feste per un traguardo fantastico di una squadra che appena 16 anni fa si era salvata dall’Inferno della serie D. Forse è un record del mondo. Basta rispolverare la memoria. Lo Stadio-affaire calò immediatamente sulla testa del presidente Maurizio Stirpe e dei suoi più stretti collaboratori 5’ dopo il triplice fischio finale dell’arbitro Maresca di Napoli il 16 maggio 2015 al termine di Frosinone-Crotone. Mentre tutti festeggiavano la storica promozione, Stirpe era chiuso in uno stanzino del Comunale per tracciare una road map. Bisognava accelerare su due fronti: rendere agibile il Comunale attingendo ad una legge che poteva valere per una sola stagione di A e parallelamente muoversi per la realizzazione del nuovo impianto. E’ stato centrato il duplice obiettivo: regalare la serie A ai propri tifosi nello stadio di tante battaglie senza il rischio di farli emigrare e quindi realizzare un gioiello di architettura. E poi, nella seconda promozione, come dimenticare i veleni post Frosinone-Palermo di 11 mesi fa, che hanno cancellato di fatto la gioia di un traguardo cercato, voluto ed ottenuto con le proprie forze. Quei veleni costruiti in maniera scientifica in laboratorio, perché il Frosinone era la vittima da indicare alla berlina comunque. Veleni che avrebbero potuto avvelenare i ‘pozzi’, le ‘riserve’ e che sono stati cassati ieri dalle motivazioni della Corte d’Appello Sportiva. Tutto questo non può non far parte di una corretta valutazione dell’operato della Società, un patrimonio di idee di grande valore.

PIU’ CERTEZZA PER REGOLE E GIUDIZI – Calcio giocato. Anzi calcio italiano giocato. Che riporta improvvisamente sulla terra dopo due passaggi rapidi su Marte con gli spettacoli di Champions ed Europa League. In serie A adesso si parla finalmente di playoff e playout: un applauso al presidente della Figc, Gabriele Gravina, che nel forum al CorSport ha detto la sua anche sul tema del riordino di uno spettacolo che deve tornare tale se vuole crescere in appeal e fatturato. Per evitare dubbi e maldicenze. Per attirare investitori, per riportare gente negli stadi. E pure nuovi fuoriclasse oltre il 34enne Cristiano Ronaldo. Non è un caso che quella categoria di calciatori (e di allenatori) preferisca il Regno Unito, la Germania o la Spagna. Quanto alla serie B che verrà, senza entrare nel merito di questioni degli ultimi giorni che sono annidate nelle virgole delle regole federali e che in queste ore stanno chiamando il Consiglio federale ad esprimere un parere derimente, va accelerato il giudizio e imposta la certezza della sanzione. Senza questa, anche un campionato bello ed intenso come quello Cadetto, da sempre bacino per la massima serie, rischia di perdere in sostanza e qualità.

LA SCALA… PER UN’USCITA DIGNITOSA – Calcio giocato è, per la serie A, capirne di più sulla terza squadra che si dividerà il paracadute con Chievo e Frosinone e sulla lotta per i vari ‘passaporti’ europei.  Per il Frosinone c’è la trasferta di Milano in casa rossonera, contro una squadra che lotta per la Champions e vuole evitare l’Europa League. Tre anni e mezzo fa la prima volta al Meazza contro il Milan finì 3-3 e quel pareggio restò molto stretto ai giallazzurri. Allora c’era ancora un obiettivo, oggi non più. Ma si gioca pur sempre nella Scala del calcio, il Benevento già retrocesso lo scorso anno a 4 turni dalla fine vinse 1-0 a Milano. Bisognerà semplicemente avere voglia di ripetersi. Per far sembrare un po’ meno mesto questo congedo dalla serie A.

Giovanni Lanzi

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