Laureato in Economia Aziendale, da 4 anni e mezzo nel Club giallazzurro. E' Responsabile dell'Ufficio Amministrazione Finanza e Controllo. E ora la sfida nella Commissione Licenze Nazionali e Stabilità di Sistema: "Le problematiche saranno molteplici perché il Sistema calcio sta vivendo un periodo di profonda crisi"

FILIPPO IANNUCCI, IL ‘PILONE’ BLINDATO DEL FROSINONE

Sposato e papà di due bimbi, lo sport nel dna: "Ho giocato a basket a livello amatoriale, a calcio fino alla Prima Categoria. Il mio idolo? Montero della Juve. E poi l'incontro col rugby: gioco in serie C regionale col Ceccano"
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“Alla scoperta del mondo Frosinone…”, la rubrica periodica che ci permetterà di andare alla scoperta delle diverse figure professionali all’interno del Frosinone Calcio che lavorano lontano dai riflettori della ribalta quotidiana, prosegue oggi con Filippo Iannucci, da luglio del 2018 anni nella famiglia giallazzurra. Oggi è il Responsabile Amministrazione Finanza e Controllo del Club.

 

Filippo Iannucci, prima del fuoco di fila delle domande che verranno proviamo a raccontarci. Chi è Filippo tra origini, studi, famiglia, hobbies…

“Sono un ragazzo di 35 anni che ha vissuto a Giuliano di Roma, mio padre è stato per 30 anni il Comandante della Stazione dei Carabinieri del posto. Ma sono nato a Frosinone, quindi ciociaro a tutti gli effetti. I miei, mio padre Gennaro maresciallo dei Carabinieri in pensione e mia madre Maddalena casalinga, sono di origini casertane trapiantati per lavoro in Ciociaria. Ho il diploma di Ragioniere e mi sono laureato in Economia Aziendale presso la Università di Cassino e Lazio Meridionale. Dopo il matrimonio con mia moglie Arlesiana, infermiera professionale, mi sono spostato a Patrica. Abbiamo due bambini, Dario di 5 anni e Greta di 3 anni e mezzo. Gli hobbies? Mi piace, nei momenti liberi, vivere il relax della campagna. Curo un orticello, ci regala i sani prodotti della terra ed è una grande soddisfazione vederli ‘passare’ dalla terra alla tavola: vuol dire che anche quel lavoro lo abbiamo svolto bene. E poi sono appassionato di tecnologia, curiosare sempre tra i nuovi prodotti. E mi piace andare scoprire nuovi posti, l’Italia è sempre bellissima”.

Tu hai il rugby nel dna, vero? Racconti come è nata questa passione? E quali altri sport hai praticato?

“Andiamo per gradi. Prima di ‘incontrare’ la palla ovale ho praticato il basket, nel ruolo di ‘guardia piccola’ fino all’età di 16-17 anni a livello amatoriale a Giuliano di Roma. E nel frattempo giocavo anche a calcio nella squadra del paese, prima con la formazione juniores e poi in Prima categoria. Ero un difensore centrale, il mio idolo all’epoca era uno arcigno come Montero. Sui campi dilettantistici per uscire indenni bisogna sempre farsi rispettare. E poi è arrivato il rugby: un mio amico mi chiese di provare nella squadra del Ceccano che nel frattempo avevano costituito. Avevo 19 anni e dal quel momento non ho più abbandonato questi sport. Ho iniziato come ‘pilone’ per poi passare ad essere una terza linea, in sostanza un ‘numero otto’. Il rugby è lo sport che pratico ancora, nella serie C regionale. Ci alleniamo la sera, dalle 19 alle 21 due volte a settimana. E poi la domenica si gioca il campionato. Un sacrificio? Affatto, una passione vera”.

In sincerità: il calcio lo vedevi solo in tv prima di incrociare il Frosinone?

“Come ho detto in precedenza, l’ho praticato da bambino per 7-8 anni. Ma l’ho sempre seguito, sono tifoso della Juventus e del Frosinone. Anzi, in famiglia c’è il classico derby d’Italia con mio padre, tifoso dell’Inter”.

E allora il primo incontro con il Frosinone come, dove e quando è stato? In precedenza che tipo di esperienze lavorative avevi maturato? E in quale ambito?

“Anche in questo ambito, c’è un percorso alle spalle. Ho iniziato a fare qualche lavoretto durante gli studi, qualcosa di sporadico come il volantinaggio e la vigilanza non armata. Terminati gli studi universitari, ho avuto varie esperienze nel settore amministrativo in aziende commerciali ed industriali. Successivamente sono stato selezionato per un colloquio che ho avuto con il mio attuale Direttore Finanza e Controllo dottor Rosario Zoino e la gratificazione più bella è stata l’assunzione nel Frosinone Calcio. In sostanza dal termine degli studi ho lavorato specificatamente nell’ambito amministrativo”.

Nel club giallazzurro sei attualmente il Responsabile Amministrazione Finanza & Controllo. In sostanza una… copia delle chiavi della cassaforte le hai tu. Da bravo rugbista nessuno proverebbe a farsi sotto. Scherzi a parte, se dovessi spiegare in cosa consiste il tuo ruolo?

“Il mio ruolo è quello di coordinare l’Ufficio amministrativo e Contabile, mi occupo anche di analisi preventiva e consuntiva dei dati economico-finanziari. Un lavoro molto stimolante e che mi gratifica allo stesso tempo, data anche la particolarità del settore”.

Per te è freschissima la nomina da parte della Lega di Serie B nella Commissione Licenze Nazionali e Stabilità di Sistema. Un onore rappresentare il Club ed anche un bell’impegno. Due tematiche che rappresentano la nuova frontiera del calcio moderno: hai già un’idea delle problematiche che andrete ad affrontare?

“Le problematiche saranno molteplici perché il Sistema calcio sta vivendo un periodo di profonda crisi. Cercheremo di dare il nostro supporto per conferire regole più certe da inserire all’interno di un più ampio pacchetto che preveda un Calcio finalmente sostenibile. L’occasione mi permette anche di ringraziare della fiducia accordatami dal presidente Maurizio Stirpe e dai direttori Rosario Zoino e Salvatore Gualtieri. Ringraziamenti che vanno indirizzati anche al direttore Guido Angelozzi col quale ho un rapporto quotidiano di lavoro e di stima reciproca. E ringraziamenti doverosi ai miei colleghi del nostro Ufficio, Anna Fanfarillo, Maria Fanfarillo e Sara Recchia che con la loro professionalità esaltano lo spirito di squadra. E a tutti i colleghi con i quali quotidianamente condivido l’ambiente del Frosinone Calcio. Tornando al ruolo di Lega, spero di iniziare subito una proficua forma di collaborazione con tutti i partecipanti alla Commissione. Uno di loro lo conosco, è Francesco Burdese del Pisa che ricopre lo stesso mio ruolo nel Club toscano”.

Quanto ti vedevi 20 anni fa totalmente funzionale all’interno di un Club di calcio professionistico come il Frosinone. Per dirla scherzando: i tuoi genitori ti vedevano magari dottore commercialista, medico, ingegnere, avvocato…

“I miei genitori non mi hanno mai forzato nel fare una cosa che non avrei voluto fare. Anche per loro è un orgoglio vedermi in questo ruolo in una Società di calcio così importante nel panorama italiana”.

I tuoi figli quanto sono tifosi del Frosinone? Hanno un idolo, magari ti chiedono magliette, autografi, selfie…

“Sono piccolini. Dario come ho detto hanno 5 anni e 3 anni e mezzo. Sono già tifosi, mi chiedono ogni giorno e mi aspetto da loro a breve un… pressing asfissiante nelle richieste”.

Giovanni Lanzi

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