I RIMPIANTI DI BARONI SUL ROSSO A CAPUANO: “MA DOVEVAMO ANDARCI A PRENDERE LA PARTITA”

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VERONA – C’è quel rimpianto sull’espulsione di Capuano, che accetta. Ma c’è anche la parte piena del bicchiere, il classico rovescio della medaglia per Baroni: la squadra si è messa a completa disposizione. E c’è una montagna da scalare.  La realtà dice che il Frosinone chiude il girone di andata con 1 punto in meno del Chievo (senza la penalizzazione) e con la zona salvezza è a 6 punti di distanza. La realtà è che ci sono le vacanze come da contratto mentre Baroni vorrebbe ricominciare già domani mattina se potesse.

Mister Baroni, un primo tempo regalato al Chievo perché è stato bravo, perché lei l’aveva preparata proprio così o perché è mancato qualcosa al Frosinone?

“Nel primo tempo secondo me c’era molta tensione. Si è avvertita la pressione di questa partita. Credo che la terza gara in sette giorni abbia influito per quanto avevamo speso contro il Milan. Nel primo tempo è stata una partita di controllo. All’intervallo ho detto ai ragazzi di giocarla con più coraggio, avevamo anche creato i presupposti per andare in vantaggio. E poi purtroppo c’è stato questo episodio che ci ha penalizzato. In una gara così delicata rimanere in 10 ha fatto diventare tutto più difficile. Ma io ho visto una squadra che ha avuto l’orgoglio, ha cercato di rimettere in piedi la partita creando anche qualche buona occasione”.

Come mai quel primo tempo, appunto? Lei parla di un problema di tenuta fisica, poi però nel secondo tempo si è vista un’altra squadra.

“E’ questo che intendo dire: c’era una sensazione di controllo della partita. Ma noi dobbiamo invece fare diversamente, dobbiamo andarci a prendere la partita. Nell’intervallo, ripeto, ho cercato di togliere alla squadra la condizione mentale di non arrivare in fondo, di non farcela. E lo abbiamo anche fatto. Sapevamo dell’importanza della partita, era alla portata”.

Il cambio tattico rispetto alla gara col il Milan, Maiello in mezzo e Crisetig da interno?

“In questa partita avevo bisogno di velocità in mezzo al campo. L’intenzione era di spostare velocemente il fronte di gioco. Ed allo stesso tempo mi serviva un impatto fisico maggiore. E quindi ho fatto questa scelta. Debbo dire che Crisetig ha disputato una partita fisica, l’unica cosa che è mancata è la convinzione di giocare di più. Anche se loro davano molto pressione. Debbo dire che siamo stati un po’ sporchi nel palleggio nel primo tempo. Ora c’è la pausa, avrei bisogno di tornare in campo anche velocemente ma ci sono, comunque, a mio parere ampi margini di miglioramento”.

Cosa si aspetta dal mercato. E se può essere decisivo l’intervento con i nuovi innesti.

“E’ un aspetto che non ho analizzato. C’è la disponibilità massima da parte del presidente. Per me era importante concentrarmi sui ragazzi da quando sono arrivato. E queste partite mi sarebbero servite da test sui giocatori, per saggiare le loro caratteristiche. Ora ci prenderemo qualche giorno per fare dovute riflessioni e verificare cosa serve per migliorare”.

Punti positivi e punti negativi della partita di oggi.

“Punti positivi che c’è stata una reazione d’orgoglio. Ho visto giocatori che hanno dato tutto, che hanno buttato il corpo al di là dell’ostacolo. Qualcosa abbiamo pagato, però. Tra i punti negativi questa eccessiva tensione nella prima parte della gara. Specialmente nella gestione del pallone. Dobbiamo fare meglio”.

Sul gol di Giaccherini cosa sente di dire?

“Mi sembra che abbia calciato una punizione magistrale. Quando si calcia così è difficile da prendere. Un po’ mi dispiace la situazione della doppia ammonizione nell’azione che ha portato all’espulsione di Capuano. E’ una situazione rara che ci ha visti penalizzati”.

La prestazione evidenzia che ci sono dei limiti e delle lacune che non possono essere ascrivibili né a Moreno Longo e né a Marco Baroni. Detto questo: 10 punti, 1 in meno del Chievo penalizzazione a parte. In questa condizione come lo spieghiamo ai tifosi che nel girone di ritorno bisogna fare 26-27 punti?

“Qui c’è da mettersi a lavorare. Abbiamo fatto tre gare, nelle prime due si poteva raccogliere qualcosa di più. Prima di tutto c’è il lavoro e poi credere fino in fondo. E’ chiaro che è una salita ripida. A me non preoccupa, dico la verità. I miei calciatori sono in grado di affrontarla”.

Si poteva pensare a qualche variazione dal 1’ anche in mezzo al campo?

“Questo è sempre il senno del poi. C’ho anche pensato ma noi avevamo trovato anche una buona quadra velocemente. Il centrocampo era stato molto affidabile. Poi oggi sapevo che questa era una squadra che andava affrontata col piglio giusto, loro giocano un calcio fatto di verticalizzazioni, hanno giocatori temibili nella profondità e nelle seconde palle e per cui ho preferito mettere in campo giocatori che avevamo trovato un’ottima tenuta finora. Ripeto, la soddisfazione è che questi ragazzi sono stati molto ricettivi. Ma c’è molto lavorare, io non vedo l’ora di riprendere”.

A -6 dall’Empoli la speranza è ancora viva?

“Assolutamente sì. Noi dobbiamo metterci nella testa che questa è una situazione per la quale serve una testa che ci crede. E se la testa crede, guida tutto il resto”.

Giovanni Lanzi

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