I rossoblu pagano ancora le 'scorie' della retrocessione all'ultima giornata di serie A, quello 0-0 casalingo con il Venezia stenta ad essere ancora metabolizzato

IL CAGLIARI DI LIVERANI, ‘MANEGGIARE’ CON CURA

Squadra ricostruita in estate dal doppio ex Capozucca, oggi al suo posto si è insediato Bonato. Tante stelle dalla cintola in su, da Nandez a Lapadula, da Luvumbo a Pavoletti. E qualche scossone in difesa
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Una retrocessione che ancora grida vendetta, quel pareggio interno all’ultima giornata del campionato di serie A contro il Venezia già retrocesso pesa come una montagna. E dopo la retrocessione, la voglia di ripartire di gran carriera che solitamente si ‘sposa’ poco o per niente con le trappole disseminate sul cammino della serie B. Il Cagliari di oggi è un organico dal potenziale devastante ma che ancora non ha trovato la sintesi. Il patron Giulini ha cercato di snellire una parte della rosa della serie A, rimodellandola con acquisti da ‘big’ che sono andati ad integrarsi con lo zoccolo duro funzionale alla nuova conduzione tecnica rappresentata da mister Liverani.

L’ex ds Capozucca, a Frosinone nella stagione 2018-’19, dopo la retrocessione annunciò la rivoluzione. Che però finora ha dato pochi frutti, solo colpi a salve. E lo stesso Capozucca ha pagato con l’esonero. Al suo posto, dopo lunga valutazione, è arrivato l’ex ds della Cremonese, Bonato. Parlavamo di rivoluzione d’estate nel Cagliari. Dalla quale si sono salvati il portiere Radunovic, i difensori centrali Obert, Altare e Goldaniga (ex di turno), il terzino destro Zappa, i centrali di centrocampo Rog e Deiola e una batteria di attaccanti-trequartisti da serie A come Nandez, Pavoletti e Pereiro.

Al terminal partenze sono passati, in fila indiana portando anche importanti plusvalenze, il portiere Cragno (Monza), i terzini Bellanova (Inter), A. Carboni (Monza) e Lykogiannis (svincolato, ora al Bologna); i difensori centrali Ceppitelli (svincolato, ora al Venezia), Walukiiewicz (Empoli) e Lovato (ritornato all’Atalanta, ora alla Salernitana); i  centrocampisti Landinetti (svincolato), Strootman (ritornato al Marsiglia, ora al Genoa), Baselli (Torino, poi Como), Grassi (ritorno al Parma) e Marin (Empoli); gli attaccanti Cerri (Como), Keita (svincolato), Ceter (svincolato), Gagliano (Padova), Simeone (Verona, ora al Napoli) e Joao Pedro (Fenerbahace), il trequartista-attaccante Lisandru Tramoni (Pisa) e il fratello Matteo (Pisa).

In entrata ci sono stati gli arrivi dell’attaccante Lapadula (Benevento) a lungo corteggiato, degli esterni offensivi Falco (Stella Rossa) e Millico (Torino), del terzino sinistro Barreca (Monaco), dei difensori centrali Capradossi (Spezia), Veroli (Pescara) e Dossena (Avellino), dei difensori esterni Franco Ezequiel Carboni (Inter) e Di Pardo (Juve), dei centrocampisti offensivi Mancosu (Spal), Viola (svincolato, ex Bologna) e Makoubou (Maribor).

A Frosinone non dovrebbe esserci Falco mentre Pavoletti e l’ex Goldaniga hanno avuto due settimane di tempo per riallinearsi nei ranghi. Da qui a dire che saranno entrambi della gara, ne corre. E’ tornato dal doppio impegno con la nazionale l’altro centrale Obert, al centro della difesa sicuro del posto è Altare che deve riscattare la topica contro il Pisa. Liverani potrebbe mettere da parte il 4-3-3, dando spazio ad un modulo con un trequartista (Mancosu se ce la fa) alle spalle delle punte, l’altro ex di turno Lapadula (3 gol nelle ultime 3 gare prima della sosta) in coppia con il giovane Luvumbo. In mezzo al campo Nandez e Makoumbou mezze ali, da capire il ruolo di play basso (Viola?). Sulle corsie basse Di Pardo e Carboni sicuri della maglia, quindi Altare e probabilmente Obert.

Giovanni Lanzi

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