Chiusa l'esperienza del tedesco Blessin dopo una retrocessione rovinosa e 15 giornate sull'altalena. Il Club sull'onda dell'effetto-Monza, promuove il tecnico della Primavera

IL GENOA DI GILARDINO ALLA RICERCA DI EQUILIBRIO

Nelle mani dell'ex attaccante il tentativo di rivitalizzare un reparto troppo Coda-dipendente. Squadra costruita senza badare a spese, tra i big 'fuori categoria' spiccano Strootman, Aramu e l'ex leccese
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Un cambio di allenatore dopo 15 giornate sull’altalena, tra mille proclami. Il Genoa ha dato il benservito al tedesco Blessin, mai veramente funzionale al gruppo. Molto più bravo ad ottenere la riconferma dopo la rovinosa retrocessione ed a lanciare messaggi di riscatto a cadenza settimanale che a conferire certezze agli investimenti compiuti dal Club. Blessin era subentrato a Shevchenko la scorsa stagione in serie A dopo il 6-0 patito a Firenze dall’ex attaccante del Milan. Per lui subito 7 pareggi di fila, un macigno sulle speranze già flebili di mantenere la categoria. Poi un andamento troppo discontinuo fino al 3-0 di Napoli che scrisse la parola fine dei grifoni in Serie A. Ma non alla sua. 777 Partners e il presidente Zangrillo decisero di proseguire con Blessin, convinti che quelle idee particolarmente spregiudicate fossero il viatico di un campionato di altissimo profilo. Errore perché la Cadetteria è una palude vietnamita e i nomi finiscono spesso inghiottiti nel vortice. Solo due settimane fa la dirigenza del Genoa blindava Blessin ma il ko casalingo con il Cittadella aveva reso la sua posizione indifendibile. Sale così di grado il tecnico della Primavera, Gilardino, sull’onda del modello Monza.

Nuova sfida sulle panchine tra due campioni del mondo del 2006. Per l’ex attaccante subito 4 punti di svolta: vittoria interna col Sudtirol e pareggio col brivido ad Ascoli. Taumaturgo o forse solo normalizzatore di un gruppo, dicevamo, costruito senza badare a spese in estate.

Erano partiti tanti protagonisti della stagione disgraziata: il portiere Sirigu (svincolato, ora al Napoli), i difensori Vasquez (Cremonese), Criscito (Toronto, ora libero), Ghiglione (Cremonese), Maksimovic (svincolato), Cambiaso (Juve, ora al Bologna), Candela (Venezia); i centrocampisti Amiri (Bayer L), Hernani (Parma), Rovella (Juve), Ostigard (Brighton) e Melegoni (Standard Liegi); quindi gli attaccanti Kallon e Piccoli (Verona), Favilli (Ternana), Charpentier (Parma), Caicedo (svincolato) e Destro (Empoli).

Folto anche il terminal arrivi: il portiere Martinez (svincolato); i difensori Dragusin (Juventus), Sabelli (Brescia), Pajac (svincolato) e Vogliacco (Benevento); i centrocampisti Aramu (Venezia), Ilsanker (Eintyracht), Jagiello (Brescia) e Strootman (Marsiglia); gli attaccanti Coda (Lecce), Yalcin (Besiktas), Puscas (Reading, la scorsa stagione al Pisa).

Punti fermi il portiere Semper, il terzino destro Hefti, il terzino sinistro Czyborra, il centrale di difesa Bani, il centrocampista Gudmundsson, i compagni di reparto Badelj, Frendrup, Galdames, Tourè (tornato dal prestito) e Sturaro oltre a Portanova al momento nel limbo per la vicenda giudiziaria che lo vede protagonista. Infine in attacco dove la Società ha deciso di continuare a puntare su Yeboah ed Ekuban.

Tatticamente i grifoni sono passati da un modulo molto offensivo che spesso si sovrapponeva al 4-2-4 poco sostenibile nel calcio italiano ad un 4-3-3 nel quale Gilardino cerca di rialzare le quotazioni degli attaccanti, tutti di ‘grido’. L’ex allenatore del Siena e della Primavera rossoblu sta pensando ad un 4-3-1-2 con Aramu alle spalle di Puscas e Coda e allo stesso tempo aumentano le quotazioni da play di Badelj. Schermaglie tattiche comunque nell’abbondanza.

Giovanni Lanzi

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