I salentini arrivano a vele spiegate, forti del record, tra gli altri, di 11 risultati utili di fila dopo il ko iniziale di Cremona. Ma sono appena 2 punti più sopra dei canarini

IL LECCE DELL’EX BARONI, QUANDO IL VALORE E’ NEI NUMERI

Il tecnico fiorentino non ha mai impiegato la stessa formazione ma nelle ultime giornate non ha toccato il tridente d'attacco. Per la sfida di sabato appare inamovibile anche la difesa davanti a Gabriel
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E’ un Lecce a vele spiegate quello che si presenta sabato al ‘Benito Stirpe’. Un Lecce spietato, che nelle 9 partite precedenti ne ha vinte 6 e pareggiate 3, un Lecce che arriva da 11 risultati utili, un Lecce che ha perso la prima di campionato a Cremona, un Lecce che arriva dal 4-0 rifilato al Parma. Corsi e ricorsi storici: anche la scorsa stagione i salentini dettero l’impressione di voler ammazzare il campionato in avvio e poi uscirono di scena in semifinale con il Venezia. Ai posteri l’ardua sentenza. La scorsa stagione, nel mese di marzo, i giallorossi si presentano all’appuntamento del ‘Benito Stirpe’ (vinto 3-0) terzi in classifica, quest’anno sono secondi.

Riandiamo al mercato sontuoso dell’estate, strategie portate avanti ancora da quel Pantaleo Corvino che a Lecce non è certo sconosciuto. Davanti al confermato portiere Gabriel è stata ricostruita la difesa con gli arrivi dei centrali Tuia (Benevento) e Dermaku (Parma) e dei terzini Calabresi (Cagliari) e Barreca (Fiorentina, ultima stagione al Monaco). Il reparto ha contato anche gli arrivi del centrale Bjarnason (Akureyri), Torok (Hinved) e del terzino Gendrey (Amiens). A centrocampo la novità è rappresentata da Gargiulo (Cittadella) ai quali si sono uniti Helgason (Hafnarfjordur) e Blin (Amines). Un tris per l’attacco, dove sono approdati Strefezza (Spal), Di Mariano (Venezia) e la punta centrale Olivieri (Juve, la scorsa stagione all’Empoli).

Tenuta salda un’ossatura importante: oltre a Gabriel i centrali Lucioni, Meccariello e Pisacane (infortunato), i terzini sinistri Gallo e Vera (potrebbe partire a gennaio), l’omologo di destra Benzar, i centrocampisti Mayer, Hjulmand e Bjorkengren, gli attaccanti esterni Paganini, Felici e Listkowski e gli attaccanti centrali Coda e Rodriguez.

Baroni, ex di turno sul versante del Lecce al pari di Paganini, è legato al 4-3-3 che non dovrebbe discostarsi da quello che ha annichilito il Parma anche se il tecnico di Firenze in queste 12 giornate non ha mai giocato con gli stessi giocatori. Per la sfida di sabato dovrebbe partire dalle certezze assolute sia in difesa (davanti a Gabriel la coppia Dermaku-Lucioni, Barreca sull’out basso di sinistra e il francese Gendrey omologo a destra, sia in attacco dove Coda, Strefezza e Di Mariano appaiono intoccabili. Ballottaggi apertissimi invece in mezzo al campo, dove Hjulmand appare inamovibile, dove qualità e quantità non mancano ma bisognerà anche valutare il rientro dei nazionali.

Giovanni Lanzi

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