Solo 3 anni fa il vecchio Club venne dichiarato fallito. Con l'avvento del patron Renzo Rosso e dell'allenatore cassinate, il ritorno tra i Cadetti e una prima metà di stagione interessante

IL VICENZA DI MIMMO DI CARLO, QUELLA STORIA INFINITA

La svolta tecnica in questo torneo col passaggio al 4-3-1-2, dove Meggiorini, al rientro con il Frosinone, è il terminale offensivo. Giacomelli è l'anello di congiunzione con l'ultima esperienze in serie B
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Ci sono voluti 3 anni per il ritorno tra i Cadetti, 3 stagioni per cancellare quella brutta parentesi del gennaio del 2018 quando il tribunale dichiarò fallito il vecchio Club. E sulla panchina c’è voluto il ciociaro di Cassino, Mimmo Di Carlo, per timbrare il passaporto per la risalita del glorioso Vicenza in quella che è l’anticamera del Gotha del calcio italiano. Quel Di Carlo che all’ombra del Palladio ha legato le sue fortune da calciatore (l’esordio in B a 29 anni, la vittoria di una Coppa Italia e la semifinale di Coppa delle Coppe) e che aveva scelto la panchina dei biancorossi per il rilancio dopo qualche stagione non proprio fortunata. Girone B dominato grazie anche agli investimenti del patron Renzo Rosso che nel ruolo di responsabile dell’Area Tecnica aveva chiamato il ds Magalini che fu artefice anche del miracolo del Mantova, passato dalla C2 alla finale playoff per la serie A prima di trovarsi in enorme difficoltà e dover ripartire dalla serie D.

In estate ci sono stati acquisti mirati in casa Virtus, con un’attenzione particolare anche ai giovani che il tecnico – a causa di una diffusa emergenza che però sembra superata – sta lanciando in prima squadra. A cominciare dalla mezz’ala Da Riva, scuola Atalanta, un elemento molto promettente. Diciannove punti in 16 partite (c’è il derby con il Chievo da recuperare) sono un bottino che al momento pone la squadra biancorossa poco al di sopra della linea di galleggiamento. Giacomelli & soci sono poi reduci dall’iniezione di fiducia di Brescia dove, con un organico ridotto all’osso, hanno strapazzato in padella le Rondinelle con un netto 3-0.

Dopo la promozione – e le partenze delle punte Sarantini, Arma e Zerpellon – il primo reparto ad essere rinforzato è stato proprio l’attacco con  Meggiorini (Chievo). Quindi gli ingaggi di Longo (Venezia, ex canarino nella prima stagione di A che però pare destinato altrove), Jallow (Salernitana), Gori (Arezzo, scuola Fiorentina) e Dalmonte (Trapani). Tra i pali è arrivato Perina (Cosenza, al rientro proprio contro i giallazzurri) e il baby Gerardi (Inter), i difensori Ierardi (Sudtirol, destinato alla cessione) e Beruatto (Juve U23).

L’organico della scorsa stagione ha visto la conferma di un organico abbastanza ampio ed esperto. In difesa Padella, Bruscagin, Cappelletti, Bizzotto, Pasini e Birlocco; in mezzo al campo Pontisso, Cinelli, Rigoni, Scoppa (destinato in Lega Pro), Vandeputte e Zonta. Infine in attacco l’uomo di congiunzione con l’ultima stagione di B è senza dubbio Giacomelli, quindi Marotta, Guerra (tra Sudtirol e Feralpi in Lega Pro), Nalini e il baby Mancini. Il ds Magalini è nel frattempo alla ricerca di un centrocampista (circola il nome di Agazzi del Livorno) e di un centrale di difesa (il giovane Okoli ma anche uno tra Brosco e Perrotta del Bari).

Dal punto di vista tattico Di Carlo ha impiegato spesso il 4-4-2. Che gli ha permesso ad esempio di sbancare Pescara. Ma a Brescia, complice probabilmente le assenze, è il 4-3-1-2 con Giacomelli alle spalle delle punte ha dato ottimi risultati. Per la sfida al Frosinone il tecnico di Cassino pare orientato a dare fiducia agli stessi giocatori che hanno permesso di vincere al ‘Rigamonti’. L’unico dubbio è tra il recuperato Bruscagin e Cappelletti sull’out di destra, col secondo favorito. In attacco, al fianco di Meggiorini, ampia scelta tra Jallow, Marotta e Gori.

Giovanni Lanzi

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