L’APPUNTAMENTO

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Undici stagioni a Frosinone con questa che sta per partire. Grazie a quella telefonata che letteralmente cambia la vita. Era l’estate del secondo anno in serie B del Frosinone. In prima squadra era arrivato Cavasin. L’allora direttore generale giallazzurro Enrico Graziani compone un numero di telefono: dall’altra parte c’è Ernesto Salvini. “Lei è Salvini? Va bene… ci vediamo in sede” dice senza giri di parole il mitico ‘Baffo’. Salvini parte da Roma e arriva a Frosinone. E ci resta, praticamente. Con la benedizione del presidente Maurizio Stirpe che non a caso lo ha voluto al suo fianco nelle stagioni del rilancio. Perché da quel giorno prende il via la lunga avventura che lo portò, innanzitutto, a dare un’impronta al settore giovanile traghettato dalla mani appassionate dei vari Pierluigi Lucchese, Fabio Loreto, Luigi Lunghi, Paolo Macciomei.
Fino a quando il Frosinone retrocede dalla serie B. Graziani si dimette. E Salvini, scelto da Graziani, gli va a ruota. Maurizio Stirpe, che certi meccanismi li conosce, non ci pensa sopra due volte: Salvini – è l’estate del 2011, la società si prepara alla serie C1 – è il nuovo direttore generale del club. La storia la conosciamo tutti, non serve raccontarla per filo e per segno.
Oggi Ernesto Salvini è il neo Direttore dell’Area Tecnica del Frosinone. Un ruolo che non vuole essere affatto una ‘diminutio capitis’. Anche in relazione all’attestato di stima che gli fece il presidente Maurizio Stirpe in occasione della conferenza stampa del 14 giugno scorso.
«Il nuovo ruolo? Per me non lo è affatto nuovo. Mi dà la possibilità innanzitutto di tornare alle origini. E come ha detto il presidente Maurizio Stirpe al quale va il ringraziamento di avermi scelto anche per questo nuovo corso, permette alla società di operare, grazie all’innesto di nuove figure, anche in profondità visto che in questi anni abbiamo molto guardato ad espanderci in maniera orizzontale. L’Area tecnica per uno come me amante del calcio nella sua essenza principale, è un’altra grande base di partenza all’interno del Frosinone».
Salvini passerà dalla Scuola calcio alla prima squadra con la stessa nonchalance? «Tutte le realtà vanno curate ed attenzionate con la massima cura. I più piccoli perché hanno una psiche particolare, i più grandicelli perché vanno aiutati al rispetto delle regole per poter, un giorno, aspirare ad emulare le migliori figure tra i grandi. E i grandi, che sono uomini fatti, vanno pur sempre sostenuti perché sono in carne ed ossa come noi. Anche se lavoratori privilegiati, va detto e mai dimenticato».
Sulla scelta del tecnico Moreno Longo c’è stato ampia convergenze di idee. Il nome del neo allenatore del Frosinone circolò già qualche attimo dopo la fine della partita del 29 maggio con il Carpi. «E’ un tecnico che ho apprezzato sin dai tempi della sua esperienza a livello giovanile con il Torino. Dinamico, capace, intelligente, brillante. La scorsa stagione ha dato un’impronta alla Pro Vercelli nel suo primo campionato di serie B. Non era facile. Lui lo ha fatto. Intercettando la nostra attenzione nei suoi confronti. E’ atteso da una stagione interessante. Saprà portare il vento giusto anche grazie alle sue idee di calcio».
Il direttore sportivo Marco Giannitti arrivò al Frosinone dopo il secondo anno di C1. Si è meritato la conferma, che Salvini stesso ha saputo veicolare nei confronti della Proprietà facendo leva sulla continuità tecnica. A… conferma – gioco di parole a parte – che il presidente Stirpe guarda sempre alle potenzialità generali: «Marco ha fatto bene qui a Frosinone. E poi senza andare troppo per il sottile e per restare ai fatti di oggi, la scelta di Beghetto ma anche la partenza affatto scontata di Krag costituiscono un lavoro eccellente. Ma questo solo per restare agli ultimi fatti. Anche per lui sarà una stagione inedita. E sono certo che saprà dare come sempre il massimo».
Neo acquisti e ritorni eccellenti. Andiamo per ordine: «Camillo Ciano è tra i più forti attaccanti della serie B insieme ai nostri Federico Dionisi e Daniel Ciofani. Compongono un tris eccellente, al quale ci aggiungerei Volpe. Da avversario Ciano c’ha sempre dato filo da torcere. Saprà integrarsi alla perfezione per due motivi che vanno oltre: parla la stessa lingua dei nostri attaccanti, quella del gol ed ha una grande duttilità tattica. Quanto a Beghetto, è un altro investimento di spessore. Giovane, bravo nella fase di possesso, bravo in quella di non possesso».
Ed eccoci a Bardi e Maiello: «Bardi è un portiere che non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Ragazzo serio, professionista eccellente. Ha voluto Frosinone perché ha voglia di ribalta. Al pari di Maiello, un ragazzo che nei sei mesi di permanenza in maglia giallazzurra ha lasciato il segno. Perché questa società non lascia mai le cose a metà. Quando vede e tocca con mano che la stoffa c’è, non si lascia scappare nessuno».

Ufficio Stampa
Frosinone Calcio

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