L’ARDORE DA RITROVARE PER ESSERE ARBITRI DEL PROPRIO DESTINO

 In Il Punto

E’ nella logica delle cose imparare a leggere dai nostri antenati latini. E’ nella logica delle cose farlo anche nel pianeta-calcio, dove non ci sono marziani ma uomini in carne ed ossa, dotati di cervello pensante. E in quanto tali, soggetti ad umori e clamori. E’ nella logica delle cose anche che arrivino certe decisioni da parte della Società giallazzurra. Come quella di portare in ritiro tutto il gruppo, per isolarlo dall’ambiente e permettergli ritrovare quella spinta benefica che aveva portato il Frosinone ad ottenere 16 risultati utili di fila. Non una bazzecola, è sempre bene ricordarlo. Non ci sono punizioni da comminare, da una parte, o pene da espiare, dall’altra. Non ci sono imputati o accusatori. Ma quella decisione va letta in una direzione sola: migliorarsi tutti per un obiettivo comune. E’ evidente che qualcosa non stia funzionando a dovere. E nell’arco di 9 mesi può accadere che il meccanismo vada in sofferenza. E’ accaduto a tante squadre, anche di vertice. E’ successo ieri sera anche al Perugia che sentiva il profumo della A ed ha ciccato clamorosamente l’ottava vittoria sulle ultime nove, perdendo contro l’Avellino del nuovo corso.

Nel Frosinone dunque è arrivato il momento di ritrovarsi, limare e sgrossare qualche ‘spessore naturale’, è il momento di crederci perché nessuno potrà mai dubitare che dei professionisti, scelti prima di tutto perché in possesso di valori umani importanti, arrivino all’improvviso a non credere nelle loro stesse possibilità. Sarebbe prima di tutto una sconfitta per loro.

UN ANNO FA – Dal pareggio di Ascoli dell’8 aprile 2017 alla sconfitta di Parma del 7 aprile 2018 sono trascorsi 364 giorni. Quel Frosinone che è buona parte di questo Frosinone aveva 4 punti in più che nel calcio sono un’inezia, tanto per cominciare. Ma questo Frosinone ha una partita in più da giocare. Calma, riflessione e tanta introspezione.

ARBITRI DEL PROPRIO DESTINO – Questo è ancora il momento nel quale, in un campionato come quello di serie B, le proprie fortune è possibile ancora autodeterminarle. Basta leggere il calendario, dai 67 dell’Empoli ai 50 del Cittadella ognuno può liberamente pensare di farcela a raggiungere il proprio obiettivo. Non esistono partite dal coefficiente di difficoltà più alto o più basso. Il Frosinone resta arbitro del proprio destino. E tutte le pretendenti hanno un calendario più o meno equivalente. Per un motivo che ha come esempio comune denominatore la Ternana: da ultima in classifica ha fermato il Frosinone sul pari ed ha rifilato cinque gol al Cittadella. E la Ternana al ‘Libero Liberati’ deve incontrare il Palermo, ad esempio. Ma anche viaggiare da scheggia impazzita in casa del Parma e del Perugia.

LA STORIA INSEGNA: BATTAGLIA DOVRA’ ESSERE, TUTTI ASSIEME – Ed a proposito dei latini, la Storia di qualche millennio fa ma pur sempre attualissima racconta del duello – prima a parole infuocate – tra Brenno, capo dei Galli che aveva occupato Roma e Marco Furio Camillo che gli si oppose con ardore a difesa dei Romani. “Vae victis” (“Guai ai vinti”) fu l’imperativo col quale Brenno aveva obbligato i Romani a consegnare l’oro come tributo di guerra. “Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria” (“Non con l’oro si deve riscattare la Patria, ma con la spada”), gli rispose con fierezza colui che la Storia considera il Secondo Fondatore di Roma. Che venne liberata dall’occupazione dei Galli grazie a quell’ardore ritrovato sotto la guida dello Statista di Famiglia patrizia. Ecco allora, per il Frosinone l’ardore da ritrovare proprio a Roma dovrà essere il cemento di una squadra capace di gestire la propria forza, brava a difendersi con tutte le armi e guardare solo a se stessa per battere l’avversario. A cominciare da sabato prossimo.

Giovanni Lanzi 

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