LIVIO GUGLIETTI, IL MONDO-FROSINONE IN 15 ANNI

“Alla scoperta del mondo Frosinone…”, la rubrica periodica che ci permetterà di andare alla scoperta delle diverse figure professionali all’interno del Frosinone Calcio che lavorano lontano dai riflettori della ribalta quotidiana, prosegue oggi con Livio Guglietti, oltre 15 anni nella famiglia giallazzurra. Oggi è il Delegato Gestione Evento e Responsabile Impianti Sportivi.

 Livio Guglietti, proviamo a conoscerci: famiglia, studi, hobbies?

“Sono il primo di tre figli, ho due sorelle più piccole e i nostri genitori ben presenti nella vita quotidiana di ognuno di noi. Ho un figlio di 5 anni, si chiama Leone. E’ il secondo nome di mio padre Agostino e poi c’è la passione viscerale che mi lega al Frosinone. Leone è tifosissimo del Frosinone ed un po’ la mascotte di tutti qui al ‘Benito Stirpe’. Ho la licenza liceale, mi mancano due esami laurearmi in Architettura. E’ una promessa che faccio prima di tutto a me stesso, sarà prima del 2023. Hobbies? Grande appassionato di fotografia, mi piace girare l’Italia alla scoperta di borghi e tradizioni popolari. E poi sono amante del trekking, uno sport che permette anche di coniugare la mia passione per la fotografia. Il più bel posto che ho visitato è Rocca Calascio in provincia de L’Aquila. In quel luogo in tre ore ho potuto ammirare e fotografare tutto l’excursus metereologico e climatico. Semplicemente fantastico”.

L’incontro con il Frosinone? Come e quando?

“Ho iniziato a lavorare nel Frosinone nel 2006. All’epoca ero impegnato come disegnatore Cad in uno studio tecnico. Era la prima stagione di serie B del Frosinone, ricordo l’esordio in casa con l’Arezzo allora allenato da Antonio Conte. Nel corso degli anni ho collaborato con il Marketing e la Comunicazione, nel 2012 sono stato anche l’addetto stampa del Club”.

Nell’organigramma aziendale sei Delegato Gestione Evento, cosa significa nello specifico?

“Il Delegato è il responsabile dell’organizzazione degli stewards che in collaborazione con la Questura coordina le attività di safety security e le diverse attività connesse all’evento: dalla sicurezza esterna stradale a tutto il lavoro all’interno e all’esterno dello stadio il giorno della gara. Esiste un confronto pressoché quotidiano e una stretta collaborazione con la Questura. Ci tengo a sottolinearlo: ogni partita va trattata allo stesso modo”.

E sei anche Responsabile Impianti Sportivi. All’interno delle strutture del Frosinone Calcio, come si affronta sotto il profilo energetico un momento storico così delicato?

“L’obiettivo progressivo da parte della Società è l’espansione della rete di pannelli fotovoltaici già presente. C’è come sempre grande attenzione da parte della Proprietà ma non certamente da oggi, con il problema energetico assume caratteri di criticità in tutto il nostro Paese”.

Provi a sintetizzarci la tua settimana-tipo?

“La settimana prima di una partita è diversa rispetto a quella nella quale il Frosinone è impegnato fuori. Nel primo caso mi occupo della preparazione del Piano Gestione Evento e del Piano Impiego Seward. In quei due piani sono elencate tutte le attività programmate il giorno dell’evento. E’ una programmazione molto dinamica che riguarda anche tutte le attività collaterali, monitorate costantemente. Voglio anche evidenziare che al mio fianco c’è l’importantissima presenza di Pierluigi Cipriani, mio collega nella Togheter Infrastrutture Sportive”.

A proposito di e lavoro e persone importanti…

“Questo lavoro non ha orari, come è normale che sia. E toglie tempo alla vita privata. Ecco, per trovare un giusto e necessario equilibrio un grande aiuto lo danno le persone che ti sono vicino”.

Il ‘Benito Stirpe-Psc Arena’ e nel prossimo futuro una ‘galassia’ di infrastrutture tra Ferentino e Fiuggi. Il presidente Stirpe le considera il coronamento di un progetto partito 20 anni fa. Sfide da affrontare in che modo?

“Il Presidente ha sempre dichiarato l’obiettivo e la necessità di localizzare attività specifiche in luoghi altrettanto specifici. Tutto questo coinvolge sia il ‘Benito Stirpe’ che il rinnovamento in programma al Centro Sportivo di Ferentino che al Capo i Prati di Fiuggi”.

Il significato di ‘appartenenza’ è un concetto tanto caro alla Società. Cosa significa nella quotidianità del tuo lavoro?

“Appartenenza significa svegliarsi la mattina ed avere ben chiaro in mente il programma del lavoro che svolgi. Vuol dire prevenire problemi e trovare soluzioni immediate. Vuol dire essere fieri di collaborare con i colleghi che condividono questa realtà e la sentono loro. E vuol dire anche avere un rapporto saldo con i tanti fornitori che gravitano attorno alla galassia del Frosinone che hanno a cuore come noi le sorti di questa Società”.

Nel calcio si usa dire: “quello là non ha mai tirato un calcio ad un pallone”. E allora, proviamo a chiudere in bellezza: tu il calcio giocato che rapporto avete avuto in… gioventù?

“Ho giocato al calcio, in Terza Categoria con il Torrice per 4 stagioni segnando anche la bellezza di… 1 solo gol in un famoso Acuto-Torrice. Il calcio mi piaceva anche da bambino ma quando pioveva non volevo andare. Poi a 23 anni ho avuto un atto di ribellione e sono andato a giocare con miei amici appunto al Torrice. Debbo anche dire che ho giocato poco: mi dicevano che oltre a correre in questo sport il… pallone ha un ruolo importante. Mi prendevano in giro ma era un bel gruppo. Il calcio è uno sport di grande aggregazione. So cosa significa la cultura della sconfitta, sono uno che lotta ogni giorno. Ed a mio figlio Leone insegno ogni giorno che nella vita non si deve vincere per forza”.

Giovanni Lanzi