LONGO: “MAI IN PARTITA, MI ASSUMO TUTTE LE RESPONSABILITA'”

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FROSINONE – Moreno Longo preceduto dal collega De Zerbi in tutti e tre gli appuntamenti post-gara. Ma è solo un caso. C’è l’abbraccio tra i due. Nella giornata di Telethon, anche questo è il bello del calcio.

Mister Longo, le chiediamo se ha parlato con il presidente?

«Il presidente non ha ancora parlato. In questo momento il post gara è condito dall’amarezza mia e dei giocatori di aver perso un’opportunità non vincendo oggi ma soprattutto per aver fatto una brutta prestazione. C’è poco da salvare, non siamo stati mai in partita, abbiamo approcciato male, siamo stati schiacciati dalla pressione di dover vincere per forza questa gara ed è giusto che mi assuma io le responsabilità di questa sconfitta come del resto ho sempre fatto. E poi la Società farà le sue scelte come è giusto che sia».

Lei con grande onestà ha detto che la prestazione non c’è stata. Ma non c’è stata nemmeno la prestazione sotto il profilo della intensità e della aggressività. Questo è l’aspetto che forse la preoccupa di più, al di là del risultato?
«Certo, è l’aspetto dal quale una squadra come la nostra che deve conquistare la salvezza non può prescindere. Che il Sassuolo ci sia stato superiore lo si può anche accettare, perché è superiore, ma non si può accettare un atteggiamento sbagliato, un atteggiamento nel quale ha prevalso la pressione di dover vincere per forza la partita. E l’abbiamo sbagliata».

Che bisogno c’era di andare verso la curva a chiedere scusa? Qual è il vostro stato d’animo?

«Sicuramente il mio stato d’animo in questo momento è condito da grande amarezza. Noi siamo i primi a voler offrire prestazioni diverse».

Le viene l’idea di lasciare?

«Non è un pensiero che faccio. Reputo le dimissioni un atto di resa. E non mio carattere non esiste la resa. Esiste la lotta. Io lotto da quando sono nato. In serie A ci sono arrivato con i risultati, non mi ha regalato niente nessuno. E se non mi manda via la Società io sono attaccato con i denti, le unghie e lotto giorno dopo giorno. Anche con una squadra che potenzialmente è inferiore alle altre. In questo senso non condivido l’idea di abbandonare una nave che sta affondando».

Siete andati sotto la Curva a fine gara.

«E’ normale che si vada sotto la Curva a dimostrare alla gente che andiamo anche quando le cose vanno male e non solo a prenderci gli applausi se le cose vanno bene. Da parte nostra è un solo un saluto che facciamo ai tifosi, a prescindere dal risultato finale. Poi se ci sono i fischi ce li prendiamo. Non è un comportamento da parte nostra sbagliato. E’ giusto che il pubblico dopo una prestazione del genere, ci fischi. E stiamo parlando di sport, di calcio. Dovremmo cercare di enfatizzare il meno possibile queste situazioni. Ho visto i miei ragazzi affranti negli spogliatoi. E quando sbagliano una partita non lo fanno certo volutamente, non sono autolesionisti per farsi beccare dal pubblico».

Il tecnico giallazzurro si sposta quindi a Radio Rai.

Il Frosinone non è stato certamente fortunato. Prima del gol del c’era stata la conclusione di Chibsah stoppata da Campbell. Ma non si può ridurre tutto alla sfortuna: cosa c’è che non va secondo lei?

«Non dobbiamo appellarci alla sfortuna, infatti. Oggi si è sbagliata completamente la prestazione. E l’intera gara. La palla pesava, non eravamo fluidi e disinvolti. E poi gli episodi fanno parte del calcio. Potevano andare in vantaggio noi, ci sono andati loro. E quando capita in situazioni come la nostra tutto diventa più difficile».

Lei ha provato a cambiare qualcosa nella ripresa.

«Non stavamo lavorando bene con la difesa a tre, il loro 4-3-3 ci lasciava tre giocatori a lavorare senza punti di riferimento. Volevo dare un segnale alla squadra di coraggio, per affrontare la ripresa con un baricentro più alto. Ma così non è stato. E siamo stati troppo brutti per essere veri, mi assumo tutte le responsabilità».

«Io non sono mai l’allenatore – ha chiuso Longo – che attaccherà mai la propria Società e che si lamenta del materiale che ha a disposizione. Lavoro quotidianamente cercando di migliorare i numeri di questo Frosinone che sono comunque negativi e se ne avrò l’opportunità lo farò sempre al massimo delle mie possibilità. E quando alleno dei giocatori questi sono sempre i più bravi che posso aspirare ad avere».

Infine Longo preceduto anche in sala stampa da De Zerbi. Due minuti di attesa prima di sedere davanti ai cronisti.

Mister Longo, ripartiamo dall’ultima risposta che ci ha dato De Zerbi: mi è capitato di allenare una squadra che doveva salvarsi e nel momento in cui scendo in campo e trovo un’avversaria che non mi permette di fare quello che avevo preparato in settimana, vado in difficoltà. E’ tutta qui la spiegazione? Il Frosinone oggi è stato inferiore tatticamente, tecnicamente e fisicamente.

«Oggi c’è poco da dire, abbiamo fatto una prestazione brutta sotto tutti gli aspetti, ha prevalso la pressione di dover vincere una gara. Non siamo stati in grado di proporci né tatticamente e né tecnicamente e di approcciare in maniera corretta. C’è poco da analizzare quando fai una partita del genere”.

A differenza di Napoli, Longo la sua parte l’ha fatta. Ha cambiato modulo più volte…

«Qui non si tratta di attaccare qualcuno. Sono l’allenatore, mi prendo le mie responsabilità. I ragazzi non volevano certo fare una brutta figura, perché se così fosse sarebbero da linciare. E così non è, ve lo garantisco. So quello che hanno fatto in settimana, vedo le loro facce al rientro dal campo, non posso pensare che questa sia finzione. Può darsi che non abbia toccato i tasti giusti durante la settimana. Quando trovi un avversario che non te lo permette diventa difficile ma questa diventa una scusante perché oggi il Frosinone ha sbagliato completamente la partita».

Ha parlato con il presidente?

“Non ho parlato con la Società, vedrò il presidente nelle prossime ore. Ancora non mi ha comunicato nulla. In questo momento penso a proseguire in questa situazione. Non sono l’allenatore che lascia una barca che sta affondando. La lotta è la mia ragione di vita. Non sono i fischi o le critiche a spaventarmi. Poi se la Società assumerà decisioni ne prenderò atto”.

La sensazione di arrendevolezza che sembrano trasmettere i sui giocatori: secondo lei c’è qualcosa nella loro mente che li spinge a pensare che questo campionato comunque ad essere troppo difficile per questa squadra?

«L’atteggiamento arrendevole? Da due partite abbiamo dato un segnale negativo. E va trovata la chiave per analizzare bene e capire perché di questa situazione. I giocatori quando vedono un ostacolo insormontabile viene lo scoramento. Ma non deve esistere una cosa del genere. Perché se il Chievo pensa alla salvezza non capisco perché non debba farlo il Frosinone”.

La contestazione è stata traversale. Tutti hanno visto la stessa cosa. A tutti i tifosi cosa vuole dire?

«Mi viene da chiedere scusa. Quando manchi sotto l’aspetto dell’agonismo e della combattività è la cosa che più fa male. Per ogni allenatore vedere la propria squadra che non si esprime è la cosa che fa più male in assoluto. Capisco la loro frustrazione».

Le chiedo: le fa più male il ‘Longo vattene’, il ‘tanto lo so che il prossimo anno torno a giocare di sabato’ o gli ‘olè’ quando calciavano gli avversari?

«Affermare ‘tanto già lo so che giocheremo di sabato’ non mi piace. Non fa parte della tigna ciociara. Sentirselo dire da loro, quando la situazione è ancora nelle possibilità di centrare la salvezza non va bene. Credo che i giocatori vadano sostenuti. Noi siamo i primi comunque a dover avere questa tigna che non abbiamo messo in campo come dovremmo nelle ultime due partite. Se fossi un tifoso mi comporterei così, lo sosterrei fino alla fine e se le cose non sono andate bene allora lo contesterei».

Avrà un incontro con il Presidente? Come ci arriverà? C’è il mercato di riparazione davanti, ci sono tanti punti. Lei ha definito questa squadra inferiore. Ci arriva quindi con una lista in uscita e in entrata? O accetterà qualsivoglia scelta della Società?

«Sapevamo che oggi sarebbe stata molto importante, come lo sono le prossime partite con dei punti necessari per operare un rafforzamento della squadra. Di riunioni ne abbiamo fatte diverse. La Società sa come operare e dove operare. Le cose sono fatte sempre in condivisione. Non ci deve essere la lista di Longo o di chi altro. La faccia da mettere è di tutti noi, tranne che del presidente Stirpe che non è responsabile di questa situazione perché lui ci permette di stare qui a lavorare. Noi siamo tutte persone che si confrontano quotidianamente e ci sono idee per rinforzare questa squadra. Al di là della lista di Longo, di Giannitti, di Salvini o Capozucca che sia».

Giovanni Lanzi

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