LONGO: “QUESTA VITTORIA E’ LA SCINTILLA PER VINCERLE TUTTE. E SOGNARE”

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Moreno Longo gioca la sua partita fuori dal campo e inizia come di consueto dalle telecamere di Sky. E dopo la vittoria al cardiopalma scopre ‘de relato’ altre belle notizie per lui. Ma andiamo per gradi. Perché il turno del tecnico arriva subito dopo quello di Grassadonia, allenatore della Pro Vercelli, sua ex squadra, ad un passo dal baratro.

“Un pensiero alla Pro Vercelli ci va sempre da parte mia, sono grato e riconoscente ai quei giocatori ed alla Società e il dispiacere di vederli in quella parte della classifica c’è. Speravo in una loro vittoria perché è in gruppo di lavoro che meriterebbe di stare in questa categoria”.

Mister Longo, da quella stessa panchina 17 anni fa partì la famosa corsa di un altro allenatore, Carletto Mazzone (anche se quella volta in quella curva c’erano i tifosi dell’Atalanta, avversari storici del Brescia, ndr). Lei oggi ha fatto quasi 100 metri per andare ad abbracciare Ciano dopo la rete.

“Al gol di Camillo mi è venuto d’istinto festeggiarlo ci permetteva di continuare ad inseguire il sogno. Era un periodo nel quale stavamo soffrendo tutti quanti insieme, ero felice per i ragazzi perché li vedevo alla ricerca del bandolo della matassa, della scintilla che ci desse la possibilità di giocarcela fino alla fine. Il calcio è anche passione, in quel momento lì mi sono fatto trasportare da quelle che sono le emozioni. Ci tenevo a festeggiare con loro. Hanno perseverato, dopo aver resistito e insistito. E se lo meritano”.

Sveliamo un retroscena se il presidente Maurizio Stirpe non si arrabbia: abbiamo fatto il viaggio con lui questa mattina in aereo, ha speso parole bellissime per mister Longo. Ha detto: è al centro del mio progetto. Longo è e rimane il nostro allenatore vada come vada questo campionato. Questo le può fare grande forza e può darlo alla squadra?

“E’ verissimo, in questo senso non ho che parole di ringraziamento verso il nostro presidente Maurizio Stirpe. Che sta dimostrando grande maturità di fare calcio notevole. Per come gestisce l’ambiente, per le valutazioni obiettive che dà, sempre con una logica. Voi siete come me del settore, in questo ambiente non è facile. Perché il risultato spesso nasconde delle situazioni in maniera distorta. Avere queste capacità come quelle che ha il presidente è un pregio che pagherà questa Società, al di là di chi saranno il tecnico o i giocatori. Quando dietro c’è una figura di questo spessore, credo che qualcosa indietro debba tornare”.

Longo passa poi nella sala conferenze dello stadio Rigamonti.

Mister, tutti abbiamo il diritto di inseguire un sogno. Per questo motivo i ragazzi alla fine di questa partita sono riusciti a centrare la vittoria?

“Credo di sì, questa partita l’ha vinta perseveranza. Pur con le difficoltà trovate nel corso della partita. C’è stata una vittoria fondamentale che ci tiene aggrappati al sogno di poter regalare una promozione diretta alla Società, ai tifosi, a noi stessi. Sapevamo che era necessaria la vittoria e i ragazzi sono stati bravissimi a lottare ed a cercare di creare il gol che facesse scoccare quella scintilla. Che nelle ultime tre partite dovrà darci l’atteggiamento giusto di chi vuole raggiungere quella che è una meta prefissata”.

Nel primo tempo qualche difficoltà, anche la tensione maggiore di essere andati in svantaggio. Poi il gol di Gori ha aiutato i ragazzi sotto il profilo psicologico?

“Credo di sì ma la cosa più difficile è stata di reagire al gol subìto. Grande carattere, è venuta fuori la volontà giusta per rimettere in piedi una partita che poteva essere incanalata dal gol del Brescia. Dal pari di Gori in poi la squadra è andata in crescendo”.

Oggi si è disposto con un 4-2-3-1, in futuro sarà possibile vederlo ancora?

“Certo, la scelta è stata fatta perché nelle ultime partite non riuscivamo ad essere efficaci in zona gol ed abbiamo valutato che tutto quello che era disponibile nel Frosinone a livello offensivo andava messo in campo cercando gli automatismi giusti. In questo momento il segnale è che ogni partita va giocata per vincere”.

L’ingresso di Matarese e Sammarco dà ordine in mezzo e maggior brillantezza. E così?

“Sì, perché abbiamo tolto un mediano per mettere un regista come Sammarco che ci poteva innescare la giocata in profondità e un giocatore come Matarese nel quale sapete ripongo fiducia perché è un ’98 che ci poteva dare freschezza e imprevedibilità e qualcosa in zona offensiva”.

Questa vittoria è un punto di partenza in vista del rush finale?

“E’ sicuramente un punto di partenza. Adesso sappiamo che non abbiamo fatto nulla e dobbiamo prendere questa vittoria con fiducia, autostima e consapevolezza da mettere in campo già dalla prossima col Carpi. Perché per la promozione diretta dobbiamo vincerle tutte e tre e potrebbero anche non bastare se il Parma dovesse fare la stessa cosa. Ma sono convinto che se vinciamo tre partite di fila non è detto che il Parma possa farlo…”.

Per lei questa vittoria cosa rappresenta?

“Significa tanto, ci tenevo a dare un segnale personale all’ambiente. Volevamo far capire che questa squadra non era morta e che quando le cose non vengono eravamo i primi a soffrire. Sapevamo che vincere era l’unica medicina. E spero che col Carpi i tifosi ci trascinino come hanno fatto fino adesso”.

C’era il presidente Stirpe…

“Ci siamo salutati e c’è la soddisfazione di avergli regalato la possibilità di stare aggrappati a questo sogno perché si è sempre esposto in prima persona come primo protagonista di questa stagione. Questa vittoria è anche per lui, è il nostro primo tifoso e ci mette nelle condizioni di esprimere il meglio”.

Giovanni Lanzi

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