“NEL FROSINONE L’AZIONISTA METTE SOLDI, NON LI PRENDE. CI TUTELEREMO DA CERTE INFAMITA'”

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FROSINONE – Il presidente Maurizio Stirpe è un attento conoscitore del mondo e quindi, per inclusione, della galassia che circonda il Frosinone. Una galassia che non è affatto popolata da soli amici e sostenitori. Nella conferenza ci tiene a togliersi dei sassolini dalle scarpe. “Qui si pensa che qualcuno si arricchisca, noi siamo una delle tre società di A nelle quali l’azionista mette i soldi. Ci sono Club nei quali i presidente prendono i soldi, stipendi molto lauti. Qui invece l’azionista di riferimento mette i soldi, vorrei sgomberare il campo anche ad alcune asserzioni al limite della calunnia che ho letto. Noi li mettiamo i soldi, non siamo nella condizione di poterci prendere i soldi dal calcio. Gli azionisti anche quest’anno dovranno intervenire per ripianare le perdite. Non si è lesinato nella campagna acquisti perché qualcuno si è messo i soldi in tasca. Leggo delle cose che sono delle infamità e chi li scrive e chi le pensa si dovrebbe solo vergognare. Se questo è un ‘mood’ che tende a crescere ci tuteleremo anche legalmente”.

ANDAMENTO DA CAMBIARE, VALUTAZIONI SUI FATTI, NIENTE REVISIONISMO STORICO – “L’andamento della squadra non ci soddisfa – e qui Stirpe torna sull’aspetto tecnico -, non pensavamo di essere oggi a questo punto ma se guardiamo gli handicap vi assicuro che non  bisogna meravigliarsi se il risultato sia questo. Dobbiamo migliorare tutto quello che facciamo e che non è calcio e migliorare le prestazioni sportive. Abbiamo le carte in regola per giocarci tutte le nostre chance. E le valutazioni andranno fatte alla fine ma saranno fatte in modo collegiale. Non ci sarà il capro espiatorio, da una parte o dall’altra. O c’è tutta la linea operativa che salta e non salta solo l’allenatore. E solo a risultati acclarati e dopo aver fatto una ulteriore valutazione che il lavoro svolto sarà stato scadente. Io non posso avere dei sensi di colpa per non aver magari ingaggiato giocatori più forti, abbiamo preso calciatori per le nostre possibilità. La valutazione che farò dei miei collaboratori è la seguente: a parità di risorse, se avessimo preso questo giocatore che potevamo prendere e non abbiamo preso magari ci saremmo salvati e invece non lo abbiamo fatto. Questa è una valutazione che può incidere negativamente sull’operato dei miei collaboratori. Ma se noi abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, speso quello che abbiamo speso e non ci siamo lesinati un minuto di riposo la gente non deve prendersela. Qui c’è gente che ha fatto la storia del Frosinone. Ho letto che qualcuno aveva nostalgia delle partite col Calangianus. Per cortesia… Noi vogliamo far crescere questa Società, sono 16 anni che ci sto lavorando, per farla assestare stabilmente nel panorama del calcio italiano. E’ un obiettivo che possiamo ottenere. Per poter fare questo ci vuole il clima giusto, l’entusiasmo giusto. Non voglio buttare fumo negli occhi ma bisogna dare il giusto peso a tutte le situazioni, capire come si svolgono i fatti e in tal caso bisogna essere oggettivi. State certi: noi continueremo a lottare”.

Giovanni Lanzi

–        seconda parte –

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