STIRPE A SKY: “IL MIO CALCIO, PASSIONE E RICONOSCENZA PER IL TERRITORIO”

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FROSINONE – Simpatico botta e risposta a distanza, nel pre-gara, tra il tecnico della Ternana, Pochesci e il presidente del Frosinone, Stirpe, intervistati a distanza di qualche minuto in diretta Sky. L’allenatore dei rossoverdi aveva dichiarato: «Vinco e porto fortuna al Frosinone perché lo scorso anno andai a vincere con il Fondi sul campo del Foggia che poi è risultato promosso in serie B». «Io penso che si possa raggiungere lo stesso risultato anche battendo la Ternana – ha poi dichiarato Stirpe, sorridendo – quindi da questo punto di vista speriamo che abbia torto Pochesci».

Presidente, si aspettava di dover attendere più di 180’ per il primo gol? «Onestamente no, ma le due partite che abbiamo giocato qui a Frosinone sono state caratterizzate da grande equilibrio. I risultati di quelle due gare non fanno un grinza. Da questo punto di vista viviamo il momento senza ansia. Prima o poi i gol saranno segnati in questo stadio» ha proseguito Stirpe a Sky sempre nell’immediato pre-partita. Conti alla mano, è stato un buon profeta perché di gol il Frosinone ne ha messi a segno ben 4.

Poi c’è la immancabile domanda sulla realizzazione dello Stadio che fa indubbiamente notizia: «Occorre tanta volontà e determinazione, collaborazione con le Istituzioni. Questo è stato il percorso seguito dal Frosinone. Agevolato anche dalla promozione in A e dal fatto che abbiamo messo parti di quei proventi per la realizzazione delle infrastrutture. D’altronde se non lo avessimo fatto in quel modo non ci sarebbe stato un futuro anche se fossimo rimasti in A».

La domanda su Longo non lo trova affatto impreparato. E qui il presidente del Frosinone allarga il discorso: «Quando si assumono dei collaboratori – prosegue Stirpe – si deve dare il tempo giusto di metabolizzare l’ambiente e metterli nella condizione di potersi esprimere. Non sono tra quelli che pensano che dopo due-tre mesi si possa valutare la bontà del lavoro svolto, a meno che non ci siano delle situazioni patologiche. Io, al contrario della critica, mi ritengo soddisfatto del cammino del Frosinone. Voi non dovete dimenticare una cosa: gli infortuni dei giocatori importanti che abbiamo avuto, il fatto di aver giocato 8 gare su 10 fuori, il fatto di essere reduci da una sconfitta sportiva che deve essere metabolizzata. Se mettiamo tutto dentro un calderone e guardiamo i punti ottenuti (e si era ancora nel pre-partita, va ricordato) tutto sommato non c’è da essere insoddisfatti. Poi io ho sempre detto che siamo una buona squadra che può stare stabilmente nella parte sinistra se si esprime con una certa continuità. Se fa le cose molto bene può ambire a fare i playoff e poi se la gioca con le altre. Caricare di eccessive responsabilità tecnico e giocatori è un fatto eccessivo e ritengo che l’ansietà non produca nessun risultato alla lunga».

Infine l’ultimo passaggio sulla passione di un presidente da quasi 15 anni nel calcio alla guida del Frosinone: «Il calcio è il modo di vivere una dimensione personale fatta di passione, entusiasmo ed emozioni. Di cose che uno ha piacere di fare per sé e per gli altri. Nel caso di specie mio è stato anche un modo per restituire al territorio tutto quello che il territorio mi ha dato dal punto di vista professionale negli anni passati. Penso che quando si è ceto dirigente bisogna esserlo non sono quando si prende ma soprattutto quando si dà agli altri».

Ufficio Stampa

Frosinone Calcio

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