CAMPBELL, LA FORZA DELLA SERENITA’: “IL GOL NON ARRIVA? NON MI PESA. SONO A DISPOSIZIONE DEI COMPAGNI”

 In Prima Squadra, Slider Home

FERENTINO – Davanti a taccuini, telecamere e microfoni è la stella incontrastata  di questo giovedi 1 novembre. Joel Campbell è alla sua prima conferenza stampa davanti ai cronisti locali. L’attaccante costaricense si avvale della presenza discreta del preparatore atletico, professor Paolo Nava, che nel bagaglio professionale ha anche tre anni di lavoro in Spagna. Ma Joel se la caverà benissimo, il suo è un italiano mescolato allo spagnolo comunque molto comprensibile. La prima impressione che emana a pelle: simpatico ma soprattutto capace di mettere a nudo con grande naturalezza la sua eccezionale serenità interiore.

Joel, come ti trovi a giocare da trequartista tu che si stato sempre una seconda punta? E in quale percentuale abbiamo visto esprimerti finora in campo in Italia?

“Mi trovo molto bene, è una posizione in cui so giocare. Giostrare da trequartista di sinistra o di destra non fa differenza per me, più importante è aiutare la squadra a vincere le partite e quindi svolgere un buon lavoro complessivo sul campo. Quanto alla mia condizione, posso fare di più sicuramente. Stiamo arrivando al top della condizione, sia per quanto riguarda me che la squadra. Credo che piano piano stia andando tutto per il meglio”.

Provieni dall’Arsenal, da un mondo calcistico diverso. Come ti trovi nel campionato italiano?

“Mi trovo bene perché tutta la squadra mi ha accolto al meglio. Mi ha dato fiducia. Il Frosinone è una squadra piccola ma ha un grande cuore, tutti lavorano con l’obiettivo comune di andare avanti, di crescere, di fare bene. Per quanto mi riguarda sono una persona molto tranquilla, mi piace stare qui e lavorare sempre con maggiore intensità per salire più in alto possibile con il Frosinone”.

Sei l’investimento più importante del Frosinone delle stagioni di A e B. Ti senti questa responsabilità sulle spalle?

“Mi reputo un calciatore come tanti, so invece che debbo fare tutto il possibile  delle capacità a mia disposizione. Come d’altro canto anche i compagni. Perché se solo due o tre calciatori fanno il massimo in una squadra, non si va da nessuna parte. Per aiutare il Frosinone, per aiutare la Società, bisogna lavorare tutti al top delle proprie possibilità. Giovani e meno giovani, uniti e compatti”.

Stai trovando differenze tra calcio inglese e italiano?

“Qui c’è un calcio più tattico, è difficile da trovare spazi. E’ importante invece la velocità di esecuzione della manovra, è fondamentale”.

Cosa è cambiato nelle ultime settimane? E dopo la vittoria di Ferrara come si affronta la difficile partita di Parma?

“Sono arrivati i gol, quindi la fiducia è crescita, la squadra sta bene, è cambiato qualcosa anche se abbiamo vinto solo una partita e bisogna continuare a lavorare perché la serie A è lunga. In sostanza dobbiamo continuare su questa strada intrapresa. A Parma sarà una partita difficile e noi dobbiamo andare a giocare con la stessa fiducia, umiltà mostrata nelle ultime settimane”.

Come ti trovi a Frosinone con la famiglia?

“Bene, molto bene. A me piace stare in casa, ho una bella casa con ampi spazi per me e mio figli. Il cibo è buono e tutto va per il meglio”.

L’intesa con Ciofani e Ciano in campo?

“E’ buona, però non solo con loro due. Tutti i calciatori che hanno spazio stanno facendo un buon lavoro. Ma è normale, in considerazione del fatto che con Ciofani e Ciano abbiamo giocato più partite insieme, che con loro due ci sia una certa intesa. Daniel è un bomber d’area che ti dà molto fiducia, lui ha bisogno solo di un’occasione per fare un gol, per finalizzare. Ciano ha un sinistro importante, un giocatore intelligente, che sa cosa fare in qualsiasi momento. Per me è più facile…”

Ti manca il gol?

“Il gol è importante ma io sono un calciatore al quale piace sfornare assist per i compagni. Mi piace fare la giocata e metterla a disposizione della squadra. Sono un attaccante ma la mentalità che ho è questa. Poi se arriva il gol sono contento, sennò aiuto la squadra e sono ugualmente felice”.

Non ti ritieni quindi un bomber ma un uomo-assist.

“Chiaro, a me piace fare gol. A quale attaccante non piace? Ma se non posso farli non sono il giocatore che pensa solo a quello. E non mi pesa questo modo di ragionare, anzi… Se vedo un compagno piazzato meglio per sfruttare l’occasione, non esito e gli do la palla…”

La tua religiosità è sotto gli occhi del mondo. Ogni volta che giochi, preghi. Per quale motivo?

“Perché credo in Dio e chiedo sempre prima di ogni partita che mi aiuti a fare una buona prestazione e che non mi faccia incorrere in infortuni. Prima della partita mi metto in ginocchio per pregare nello spogliatoio. Unisco i parastinchi, dico il Salmo 27 (dal libro dei Salmi della Sacra Bibbia, ndr) e poi prima di entrare in campo prego ancora”.

E i tuoi compagni, qual è il loro atteggiamento?

“Io sono sempre di schiena in quel momento, sono concentrato sulla preghiera e sinceramente non vedo la loro espressione”.

Giovanni Lanzi

Articoli Recenti