MIGLIACCIO, QUANDO IL VICE E’ SOPRATTUTTO UN AMICO: “TRA ME E LONGO A VOLTE BASTA ANCHE UNO SGUARDO”

 In Primi Piani

L’intervista del giorno è con Dario Migliaccio, non solo un vice di Moreno Longo ma soprattutto un amico col quale il rapporto è nato sui campi di calcio della provincia piemontese. 

Mister, qual è il bilancio di questo ritiro?

«Sicuramente positivo, siamo al culmine di quelli che sono stati 15 giorni di tournée in Canada sommati alla settimana di lavoro che abbiamo svolto a Ferentino. Abbiamo raggiunto il punto più importante anche sotto il profilo dei carichi di lavoro ed è normale che ci sia un po’ di stanchezza. Però siamo molto soddisfatti per l’atteggiamento e la disponibilità che hanno dato i ragazzi a lavorare sempre con grande impegno».

Ci racconta invece come è nato il rapporto tra lei e mister Longo? Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di lavorare insieme?

«Ci siamo conosciuti circa 12-13 anni fa. Lui allenava una squadra regionale di Torino e io ne allenavo un’altra. Ci siamo trovati di fronte nello stesso girone in campionato, abbiamo giocato contro andata e ritorno ed ha vinto lui. Poi conquistò anche il titolo regionale. Il rapporto iniziale è diventata una conoscenza, dalla conoscenza è nata un’amicizia anche fuori dal campo e poi ci siamo ritrovati a lavorare insieme alla Primavera del Torino mentre io allenavo la Berretti ma c’era già simbiosi. Quindi alla Pro Vercelli ed a Frosinone. E’ una conoscenza datata, se vogliamo dire».

Mister Migliaccio, come si svolge la vostra comunicazione durante la partita? Quando c’è qualcosa che non va, c’è una sostituzione da fare e da condividere come vi comportate?

«Io cerco di essere di supporto. Normalmente la partita mi sforzo di vederla in maniera più distaccata e quando noto qualcosa  mi confronto e nella maggioranza dei casi c’è sempre la stessa intenzione di operare. E quando c’è una veduta differente, parliamo tra noi. E’ chiaro che il mister durante la gara ha tante cose da vedere, io come ho detto debbo lavorare diversamente per quanto riguarda l’impatto visivo della gara, in maniera più fredda in modo tale da poter supportare Longo nell’assunzione delle decisioni. In certi frangenti sono anche i dettagli a fare la differenza, magari è sfuggito ad uno e non all’altro. Quindi è un continuo comunicare, a volte basta uno sguardo perché non c’è bisogno nemmeno di parlare tra noi».

Che tipo di campionato ti aspetti quest’anno?

«Sarà un campionato difficile, questa serie A è di altissimo livello. Noi dovremo essere bravi a sapere di doverlo affrontare con grande umiltà e determinazione rispetto agli altri. Queste caratteristiche ci debbono accompagnare, aiutare, essere la base sulla quale poi noi dovremo costruire l’intera nostra stagione».

G. Lanzi

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