Il tecnico della Under 16 del Frosinone racconta le sue esperienze: "Penso di essere nato per fare il calciatore, da piccolo scappavo di casa per andare a giocare. E sognavo il calcio dei grandi"

NEGRO E IL FUTURO IN PANCHINA: “LA MIA IDEA DI CALCIO, CON OBIETTIVI MA SENZA LIMITI”

"L'avversario più forte contro il quale ho giocato è stato Ronaldo 'Il Fenomeno'. Zeman, Lucescu, Eriksson e Zoff mi hanno dato tantissimo. Tendenzialmente le mie squadre hanno giocato con il 4-4-2 o 4-3-3 ma guardo molto alle caratteristiche dei giocatori"
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In occasione del secondo appuntamento di questa nostra rubrica, abbiamo avuto il grande piacere di ospitare mister Paolo Negro, tecnico dell’Under 16, che ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

Benvenuto Paolo, ed ancora grazie per aver accettato il nostro invito!

Partirei chiedendoti di parlarci di come tu abbia iniziato ad approcciarti al mondo del calcio: amore a prima vista o un qualcosa maturato nel tempo?’’

‘’Penso proprio di essere nato per fare il calciatore, ricordo perfettamente come da piccolo scappassi letteralmente da casa per poter giocare a calcio, ma soprattutto di come raccontassi a tutti che da grande avrei fatto questo mestiere. Come è normale che fosse, molti mi deridevano per questo, ma devo dire che, a carriera ultimata, incontrare nuovamente quelle stesse persone è  stato particolarmente gratificante (ride n.d.r)’’

‘’Le parentesi con le maglie di Bologna e Brescia hanno fatto da cornice al tuo esordio tra i professionisti, raccontaci la tua esperienza.’’

‘’Sono state le prime squadre ad aver creduto in me, da quel momento in poi la mia carriera è senz’altro cambiata. Di questo devo assoluta gratitudine al presidente Corioni, all’epoca proprietario di entrambe le società. Ricordo curiosamente che con gli emiliani riuscì ad esordire e segnare in coppa UEFA ancor prima che in Serie A. Rimangono comunque due realtà calcistiche che mi hanno dato tantissimo’’

Occupiamoci ora della tua esperienza alla Lazio, credo senza alcun dubbio la tappa più importante ed intensa della tua carriera. Delle dodici stagioni passate a Roma, qual è quella che ricordi con particolare piacere?’’

‘’Beh, chiaramente le stagioni nelle quali conquistammo trofei e riconoscimenti avranno per sempre un posto privilegiato tra i miei ricordi, ma se ne devo scegliere una dico la stagione 1997\1998. Ricordo che quell’anno avevamo una difesa letteralmente imperforabile, con Marchegiani tra i pali, Pancaro a destra, Nesta, Negro e Favalli.’’

Parliamo ora del tuo ruolo in campo, il terzino destro. Ti chiedo, secondo la tua opinione, come è cambiata l’interpretazione tattica di questo ruolo negli ultimi anni?’’

‘’Sono d’accordo con chi dice che l’interpretazione di questo ruolo sia profondamente cambiata, e non è una cosa che mi fa impazzire. Ricordo, ai miei tempi, di essere stato allenato per spingere ma anche per difendere, ora invece la priorità assoluta è quella di insegnare ai ragazzi ad impostare, senza dar loro la possibilità di imparare a marcare. Anche in questa mia esperienza al Frosinone, ad esempio, sto cercando di inculcare nei miei calciatori un’idea di calcio che tenga conto di quanto sia importante la fase di prima marcatura’’.

Chi è stato il calciatore più forte contro cui hai giocato?  Quale invece il più difficile da marcare?’

‘’Credo di aver giocato contro i più forti calciatori della storia del calcio, per cui mi viene difficile dirne soltanto uno. Scelgo Ronaldo ‘il Fenomeno’, ma semplicemente in ragione della storica rivalità con l’Inter che contribuì a rendere quegli anni particolarmente speciali. Quanto al più difficile da marcare, credo senza dubbio i calciatori dal baricentro basso. Contro di loro avevo più difficoltà in ragione della diversa costituzione fisica.’’

Con la maglia della Lazio hai anche ricevuto il prestigioso riconoscimento della fascia da capitano, raccontaci che esperienza è stata.

‘’E’ stata una settimana che ricordo molto volentieri. Ricordo che me la affidarono perché Nesta era infortunato ed in tre partite incrociammo la Roma nel derby, il Chelsea in Champions League e poi subito dopo la Juventus in campionato, ottenendo tre splendide vittorie. Un sogno’’.

‘’Esiste, tra tutti gli allenatori con i quali hai avuto modo di lavorare in carriera, uno al quale sei rimasto particolarmente legato?’’

‘’Non credo ve ne sia uno in particolare, ognuno di loro mi ha lasciato, a suo modo, qualcosa di positivo, sicuramente Zeman e Lucescu (che tra le altre volte ha avuto l’intuizione di rendermi terzino) sono due allenatori che mi hanno dato tanto. Ricordo con grande piacere anche Zoff, con cui tuttora ho un ottimo rapporto, o ancora Eriksson, che seppe magistralmente gestire una rosa imbottita di campioni.’’

Spostandoci invece sul Paolo Negro allenatore, esiste un tecnico al quale ti ispiri tatticamente?’

‘’Ho una mie precisa idea di calcio che preferisco portare avanti, per cui non direi di avere un allenatore dal quale attualmente prenda particolari spunti tattici.’’

Hai un modulo di riferimento o preferisci diversificare le tue scelte in base alla rosa a disposizione e alle caratteristiche degli avversari?

‘’Tendenzialmente le mie squadre hanno sempre giocato con un 4-4-2 o un 4-3-3, è chiaro che nel momento in cui io abbia a disposizione dei calciatori con delle precise caratteristiche ne debba tenere conto. Per quanto mi riguarda, però, difficilmente non prediligo un sistema difensivo a quattro, che a mio avviso può solo apparentemente risultare un sistema di gioco conservativo. Delle tante squadre che giocano con la difesa a tre, ammetto che la sola Atalanta sia quella che guardo giocare con estremo piacere, mi colpisce moltissimo il loro modo di affrontarti uomo contro uomo, senza aver paura della parità numerica.’’

Prima di spostarci su un tema di stretta attualità, ti chiedo di raccontarci la tua esperienza al Frosinone Calcio fino a questo momento’’

‘’Beh, purtroppo per colpa del COVID, fino a questo momento non ho avuto la possibilità di lavorare nei tempi e nei modi che avrei voluto, apprezzo particolarmente come qui vi sia tanto dialogo e tantissimo rispetto delle mie idee e del mio lavoro. Ho notato da subito la differenza con altre società nelle quali lavorai in passato, dove mi ritrovai a gestire una sorta di pacchetto preconfezionato, qui non è assolutamente così.”.

Capitolo Super Lega: la posizione di Paolo Negro?

‘’Mi sono trovato in netto disaccordo, per ovvie ragioni, con la creazione di una ‘’super lega per ricchi’’, ma l’aspetto che mi ha colpito più in negativo è stato quello relativo alle modalità: non capisco come, con un comunicato congiunto a notte fonda, delle società così importanti potessero aspettarsi che tutto il resto dell’universo calcistico non insorgesse, è stata una caduta di stile che certamente non ha reso onore al glorioso blasone di questi club’’.

Ultima domanda, quali sono gli obiettivi del Paolo Negro allenatore per il prossimo futuro?’

‘’Mi piace pormi degli obiettivi, ma anche non pormi dei limiti. Cerco di migliorare e migliorarmi giorno dopo giorno, poi si traccerà una linea. Senza dubbio, così come da calciatore, mi piacerebbe riuscire a raggiungere gli stessi ottimali traguardi anche in questo nuovo capitolo della carriera professionale”.

Direi che abbiamo finito Paolo, ancora grazie di averci dedicato questo bellissimo a nome dell’intera redazione, a presto!

‘’Grazie a voi, è stato un estremo piacere, a presto’’!

 

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