IL PRESIDENTE STIRPE E LA ‘DOPPIA STRADA’: “SE INTENDIAMO INVESTIRE, L’OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE E’ IL MASSIMO”

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La strada maestra è nuovamente sotto i piedi del Frosinone di Moreno Longo dopo la vittoria strappacuore di Brescia. Lastricata di trappole e difficoltà ma tutta da percorrere ancora. Fino all’epilogo del 18 maggio. Il gol di Ciano, quel pallone che il fantasista ha addomesticato nella tonnara con lo sguardo, col corpo, con il tocco morbido della coscia prima di infilarlo con un colpo da biliardo sotto le gambe di Minelli, ha ridato al Frosinone una bella fetta di certezze che parevano svanite negli attimi fuggenti di tante altre partite. Il Parma (che ha battuto una Ternana a porta libera) è là, a -1 che di fatto sono -2. Il Palermo alle spalle, l’ex Stellone parte col freno a mano. Il Venezia sbanca Vercelli, con i bianchi di Grassadonia che si sono spenti lentamente come una candela. Ma nel giro di 5 punti c’è la ressa con 6 squadre che fanno i conti anche sulle… lune degli avversari diretti e indiretti.

La strada del campionato come la strada dei tifosi. Una pratica anche questa annosa, complicata, irta di asperità. Ma che il Frosinone, questa volta inteso come Proprietà del Club, vuole portare a compimento, percorrere per intera, vederla realizzata, metterla a disposizione della collettività. Sfidando burocrazia e intoppi. Una strada chiama l’altra nell’intervista che il presidente Maurizio Stirpe ha concesso sulle pagine locali de Il Messaggero al collega Giampaolo Russo nell’edizione di domenica 1 maggio. Il massimo dirigente ha parlato di quell’arteria «in caso di promozione in serie A…. ma anche in B…» e anche di calcio. Di serie A. Una parola che non deve essere più tabù ma nemmeno deve pesare sulla testa dei protagonisti. Esattamente quello che afferma il presidente Stirpe in un passaggio: «….quando dico che per il Frosinone non è un obbligo andare in serie A, non è perché non ci voglio andare, anche perché gli introiti aumenterebbero, con una promozione che vale circa 30 milioni di euro. Il mio, è solo un messaggio alla squadra e all’ambiente per non caricarli di eccessiva pressione».

Ma Stirpe è andato oltre. Il suo è un messaggio – dalle colonne del quotidiano romano – che rafforza quando dichiarato nella conferenza stampa delle scorsa settimana. «L’ho sempre detto – ha proseguito Stirpe -: l’obiettivo per il Frosinone è stare tra le prime della serie B e cercare, se una serie di fattori lo consentono di fare l’ulteriore salto di qualità. Se poi non ci si riesce, le critiche si possono fare, ma non distruggere tutto. Anche perché dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti e dove siamo arrivati». Capitolo riservato a chi ci crede e chi non ci crede e fa di tutto per amplificare quelle che sono state le difficoltà di una squadra (speriamo tutti alle spalle dopo la vittoria del ‘Rigamonti’) che, nei momenti cruciali della stagione ed a mercato chiuso, ha perso prima Paganini, poi Sammarco e quindi Daniel Ciofani. Senza considerare le lunghe defezioni di Dionisi, Crivello, Soddimo, Terranova, Frara ed ora anche di Bardi ed Ariaudo. Una squadra che ha saputo reagire tutta insieme, dal primo al 25° del gruppo. Anche sbagliando, è vero. Ma adesso sta lì, 65 punti e tre partite da vincere per poi fare i conti sulle distanze dall’obiettivo: «Ciò non toglie che, dopo aver realizzato uno stadio del genere l’asticella delle ambizioni si è ovviamente alzata. E fino a quando ci sarà la possibilità di raggiungere l’obiettivo dovremo provare a raggiungerlo con ogni mezzo e tutte le componenti, stampa e tifosi, dovranno remare nella stessa direzione». E poi il pensiero di Maurizio Stirpe e della Società giallazzurra è racchiuso nella sintesi conclusiva: «E se intendiamo ancora investire nelle infrastrutture, come appunto la strada dei tifosi, è ovvio che l’obiettivo è quello di raggiungere il massimo possibile». L’interpretazione finale che chiude le porte ai ‘boatos’, agli esteti del calcio, ai preseunti puristi, ai difensori di una tradizione che appena 15 anni fa ci vedeva lottare sui campi di Rutigliano, Melfi, Tivoli, Vittoria, Isernia, Ragusa… Meglio questa di strada o quella?

Giovanni Lanzi

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