DI PADRE IN FIGLIO, FEDERICO ‘L’ARCHITETTO’ SULLE ORME DI PAPA’ MAURO ‘IL BOMBER’

 In Prima Squadra

Di padre in figlio, 36 anni dopo. Federico Viviani (’92), neo centrocampista del Frosinone, raccoglie il testimone lasciatogli dal papà Mauro, attaccante di Frosinone che a quei tempi (nelle sue due stagioni in maglia canarina) navigava sui campi della serie C2.

Federico nasce a Lecco dove il papà giocò in C2, ma cresce a Grotte di Castro, in provincia di Viterbo. Muove i primi passi nella squadra del paese, la A.D.C. Castrense. Nel 2005, a 13 anni, viene ingaggiato dalla Roma, cominciando dai Giovanissimi, per poi salire agli Allievi con Stramaccioni e infine alla Primavera di Alberto De Rossi. Ha giocato in prima squadra, tecnico Luis Henrique, in Europa League. Il debutto in serie A il 12 dicembre 2011. Poi inizia ad andare in prestito. Molta serie B, anche nel Latina avversario del Frosinone tra i Cadetti. E contro il Frosinone gioca anche con la maglia del Verona, stagione 2015-’16, firmando una rete  nella sconfitta dei veneti al Comunale. Quindi un anno al Bologna, il ritorno per fine prestito al Verona e, nelle ultime due stagioni, il trasferimento alla Spal.

Come detto, scuola Roma, inizia sulle orme del papà al quale cerca di carpire le movenze da attaccante nelle giovanili della Roma. Ah, curiosità: papà Mauro arrivò in maglia giallazzurra dalla Primavera della Lazio, lui si fatto calciatore sull’altra sponda del ‘biondo’ Tevere. Per lui in carriera la maglia azzurra nelle under e lo stage nel 2014 nella nazionale di Prandelli in vista dei mondiali.

Sotto il profilo più strettamente tecnico Federico Viviani iniziò da attaccante ma il suo tecnico dell’epoca nelle minori della Roma, Stramaccioni, lo spostò in regia, davanti alla difesa. Mauro mostra subito le sue doti migliori: buon piede destro, spesso decisivo su calci piazzati o su tiri dalla distanza, ma anche elemento di qualità per la particolare abilità nel saper affrontare i tackle. Presente e tosto. Un giocatore anche di ‘sostanza’, che nel calcio moderno ci sta tutto. Un giocatore che per certi versi è stato accostato a De Rossi. E’ soprannominato ‘l’architetto’ per essere molto preciso nella circolazione di palla. Cose semplici e per questo efficaci. Si rende spesso punto di riferimento dell’intera manovra, classico playmaker. Quando i compagni sono in difficoltà possono sempre trovare in lui l’appoggio, quindi anche bravo a dettare i tempi dell’azione. Gioca in prevalenza a due tocchi. Un difetto? Probabilmente quella continuità che non ha trovato nella Spal. E che vuole riconquistare nel Frosinone.

Giovanni Lanzi

 

 

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